I 5 miti da sfatare del fumetto da collezione
In questi ultimi anni siamo invasi da pubblicità e trasmissioni televisive che ci inculcano l’idea di poter diventare ricchi vendendo oggetti “vecchi” o “vintage”, riemersi da cantine abbandonate o da un’eredità accumulata in vita da un parente.
Se da una parte è cosa buona e giusta non svalutare e preservare le preziose testimonianze del nostro passato, dall’altra adesso assistiamo all’effetto opposto: la gente svuota un baule, entra in una cantina, trova un fumetto che odora “di vecchio”, apre Ebay e si imbatte in annunci tipo questo.
E prova a venderlo per comprare l’appartamento nuovo.
In questo sito cerchiamo da anni di fare opera di divulgazione affinché i ricordi e gli oggetti che hanno accompagnato le nostre vite non spariscano nel dimenticatoio, ma non deve passare il messaggio di sovrastimare (economicamente) ogni fumetto, pezzo di carta o oggetto che puzza di muffa che ci finisce in mano. Come fatto per le vhs Disney Scopriamo quindi quali sono quei fumetti che la gente ritiene possano valere migliaia (o milioni) di euro ma che non hanno valore commerciale.
1: La donna mascherata e i fumetti dell’uomo mascherato
La foto di un giornalino che da anni è in vendita (anche su account di più venditori) a milioni di euro/sterline/dollari ha messo diversi cercatori di reperti cartacei sulle tracce del famigerato “La donna mascherata”.
Ovviamente quei prezzi non hanno un riscontro fra gli acquirenti e in generale le pubblicazioni dell’uomo mascherato, eroe creato da Lee Falk, patiscono una lenta flessione di mercato. La presenza in questa lista di quel numero in particolare non deve però scoraggiare nuovi appassionati all’acquisto dei fumetti con questo personaggio. Il costo molto economico (soprattutto degli albi editi dai fratelli Spada) dovrebbe anzi essere un incentivo per le nuove leve a riscoprirlo.
2: Action Comics n.1: la prima apparizione di Superman
Action comics n.1 porta con sé la fama di fumetto più costoso della storia. Che ci fa quindi in questa lista?
Il fumetto uscito per la prima volta negli Stati Uniti nel 1938, ha per davvero quotazioni folli. Dopotutto è la prima apparizione assoluta di Superman, del primo grande supereroe dei fumetti. Ma purtroppo nel corso degli anni è stato ristampato tantissime volte, perfino in Italia. Molte di queste ristampe ogni tanto appaiono magicamente fra le bancarelle dei mercatini o delle fiere. Alcune, come la recente Mondadori 2012, tradotte nella nostra lingua! Si tratta quasi sempre di ristampe anastatiche, quindi praticamente indistinguibili dall’originale (in realtà ad occhio nemmeno troppo attento le differenze sono assolutamente palesi). Le possibilità che un numero originale finisca in qualche scantinato italiano o che un venditore di fumetti non la riconosca sono talmente insignificanti che non riusciamo a considerarle.
3: Diabolik numero 1, il Re del terrore
Il discorso è analogo a quello di Superman. In questo caso però dobbiamo essere più possibilisti: fumetto italiano, degli anni 60 e non degli anni 30, le possibilità che sia originale e non anastatico sono maggiori. Il suo valore però si aggira sui 3000 euro, non sui 3 milioni di action comics e nemmeno sui 25000 paventati da alcuni siti.
Ma il motivo per cui lo inseriamo qui è un altro:
In Italia circolano tonnellate di ristampe anastatiche del re del Terrore. Ci sono anche diversi falsi, ma in linea di massima le anastatiche più comuni come la Swiss sono state distribuite dagli anni 80 in poi. Di solito infatti chi le possiede mi telefona asserendo di avere il numero 1, nessun numero delle serie successive e poi una splendida collezione di albi anni 70, 80 e 90. Questo dovrebbe già farvi comprendere di aver preso un granchio e non un tesoro. Che sia presente in collezione il numero uno, magari in condizioni fiammanti e poi nessun numero di quelli usciti in quel periodo è un grosso indizio di anastatica.
4: I fumetti antichi
Il “fumetto antico” è un sempreverde per chiunque inizia a tastare il mercato.
Che un fumetto antico abbia anche una valutazione milionaria è un luogo comune. Non è vero, anzi spesso tanto più è antico, meno sono gli appassionati a cui rievoca ricordi. Niente nostalgia, niente interesse, niente soldi per chi ci prova. Quasi sempre dei fumetti antichi non si ricorda quasi più nessuno, fatta eccezione forse per i primi numeri di Topolino giornale. Se adesso faceste un giro sui soliti siti di vendita vi imbattereste in diversi giornali anteguerra a cifre anche interessanti. La maggior parte di questi li troverete in vendita pure fra tre anni, sugli stessi canali. E fra altrri 10. Non li compra purtroppo più nessuno.
Come conseguenza di ciò, per alcuni più un fumetto è rovinato, con pagine strappate, mangiato dai topi, più è antico e quindi di valore. Ma perché? Non è un vaso egizio ritrovato sotto terra nel deserto dopo 3000 anni, è un fumetto che in teoria doveva stare sopra una mensola. Non è bello che sia strappato.
Ma in tanti altri casi l’errore di valutazione è a monte, il termine antico è adoperato maldestramente:
– “eh ma I fumetti erano di mio padre! Sono antichissimi!”
– E quanti anni ha tuo padre?
– 50
Quindi verosimilmente leggeva questi fumetti negli anni 80. A 40 anni un fumetto non è antico! Chiamatelo anche “vintage”, perché una delle regole predica che se è stato stampato almeno venti anni fa è vintage. Ma nella valutazione economica non ha alcun peso, non è di valore perché “antico”, bensì perché è raro e richiesto, pure se è stato stampato ieri.
4 bis: I fumetti con le lire
“Ho questi vecchi fumetti che avevano addirittura il prezzo in LIRE, chissà quanto valgono!”
Questa in realtà è una variante del luogo comune precedente: la Lira è stata la valuta ufficiale fino al 2000. Che un fumetto abbia il prezzo “in lire” in copertina non significa assolutamente nulla.
5: La collezione di Tex completa dal numero 1
Una splendida collezione di Tex, immacolata, nuova fiammante, proposta al generoso costo di 15000 euro non può mancare in questa nostra lista. Peccato che sia, quasi sempre, quella uscita in edicola con il giornale Repubblica qualche anno fa.
I volumi partono effettivamente dal numero 1 la mano rossa, forse questo può indurre in inganno? Sta di fatto che ebbe una tiratura veramente pazzesca, gli edicolanti erano bravi a venderla insieme al quotidiano e dulcis in fundo…è ingombrante.
Bellissima, per chi ama Tex.
Un po’ meno per mogli, figli e parenti che devono tenere una libreria soltanto per ospitare la collezione Tex Repubblica a colori. Queste criticità stanno determinando una diaspora di tutte le collezioni Repubblica dalle librerie domestiche verso Ebay, Subito o Facebook. I volumi costavano anche parecchio, ma l’abbondanza sul mercato la rende difficilmente piazzabile.
6: I fumetti autografati
In questo contesto la presenza dell’autografo di un autore incide veramente poco. A meno che l’autore non sia già deceduto e non fosse particolarmente schivo. Molti disegnatori di oggi, anche i più grandi, ormai sono ospiti fissi delle grandi manifestazioni di comics. Sono quasi sempre disponibili ad autografare le proprie opere, perché lo sono di propria natura o perché lo impongono le case editoriali. Le firme degli autori costituiscono un valore aggiunto (e non tutte) alla morte dell’autore stesso, quando la disponibilità dei suoi autografi si esaurisce per cause di forza maggiore.