Tintin e Herge: storia e riferimenti sull’autore
È nel 1925 che il giovanissimo belga – non ancora 18enne! – Georges Remi, di famiglia piccolo borghese, appassionato di scoutismo e di disegno, inizia a lavorare per il giornale cattolico di Bruxelles “Le Vingtième Siècle”; dopo alcuni anni passati nel settore abbonamenti e dopo aver finito il servizio militare, Remi, che intanto ha adottato il soprannome “Hergé” ispirandosi alla pronuncia delle proprie iniziali (R-G), comincia ad illustrare dapprima il supplemento culturale (dove appaiono romanzi di autori contemporanei) e poi quello per i giovani, chiamato “Le Petit Vingtième”. Nei primi giorni del 1929 vi compare il suo primo fumetto, il cui protagonista è il giovane reporter Tintin, inviato da un giornale (lo stesso “Petit Vingtième”) nella “Russia sovietica” allo scopo di far sapere ai suoi lettori cosa vi stia succedendo dopo la rivoluzione del 1917. Essendo “Le Vingtième Siècle” un giornale cattolico di orientamento conservatore, Tintin scoprirà che nell’URSS accadono solo cose orribili, e lui stesso, sempre in fuga dai “bolscevichi”, scamperà più volte alla morte.
Nonostante un disegno ancora rozzo ed una trama ingenua, confusa e ben poco aderente alla effettiva realtà dell’Unione Sovietica del 1929, la storia riscuote un notevole successo ed Hergé, appena 22enne, diventa a mano a mano sempre più famoso ed apprezzato, realizzando di continuo non solo nuove storie di Tintin, ma anche di altri personaggi che nel corso degli anni ’30 verranno lanciati sul supplemento del giornale cattolico (tra questi vanno citati almeno “Quick e Flupke”, due giovani protagonisti di una serie umoristica ambientata a Bruxelles, e “Jo, Zette e Jocko”, due ragazzi e la loro scimmietta che vivono avventure in giro per il mondo).
Tintin e Hergé durante la guerra
Allo scoppio della guerra Hergé è ormai il più famoso fumettista belga, e Tintin è diventato una sorta di eroe nazionale, idolo dei giovani e protagonista di avventure sempre più fantastiche, con una galleria di comprimari, di amici e di nemici che si arricchisce ad ogni nuova storia: dopo il cagnolino Milou, suo inseparabile compagno di avventure fin dalla prima vignetta, nel 1932 appaiono i detective gemelli Dupond e Dupont, fonte di continue gag, come pure il principale nemico di Tintin, il magnate Rastapopoulos; nel 1934 arriva il giovane cinese Chang, che diventerà invece suo grande amico; nel 1935 il generale Alcazar, rivoluzionario sudamericano, e nel 1937 il sinistro dr. Müller, tra i suoi nemici più crudeli; infine, nel 1938 viene introdotta la cantante italiana Bianca Castafiore, personaggio che in futuro sarà spesso protagonista di situazioni imbarazzanti se non apertamente comiche.
Con la guerra arrivano tempi difficili: i nazisti chiudono “Le Vingtième Siècle” ed Hergé si trasferisce al quotidiano “Le Soir”, prestigioso ma collaborazionista; dopo la guerra la cosa darà non pochi problemi all’autore belga, che in effetti ha simpatie politiche destrorse. Tuttavia, questa collaborazione gli consente di portare avanti, con immutato successo, il suo personaggio principale (avendo ormai abbandonato gli altri creati per “Le Petit Vingtième”); anzi, è proprio in questi anni che nascono le sue avventure migliori e i comprimari più significativi: nel 1940 il collerico capitano Haddock, che diventerà coprotagonista di tutte le avventure seguenti e nel 1943 lo strampalato professor Girasole.
Il dopoguerra
A guerra finita il passato di Hergé viene rapidamente perdonato, la fama di Tintin si fa planetaria e le sue storie si diradano progressivamente, perdendo mordente mentre il suo autore si adagia sugli allori e comincia ad invecchiare. Nel 1983 muore a 76 anni, lasciando incompiuta la 24esima avventura del suo eternamente giovane reporter.
Dopo la sua prima avventura in Unione Sovietica Tintin ha girato il mondo in lungo e in largo, sempre al servizio di qualche buona causa, alla ricerca di qualche tesoro o per salvare amici in difficoltà; coinvolto in rivoluzioni e colpi di stato, nel 1953 è persino stato sulla Luna, in un’avventura incredibilmente realistica per l’epoca (al punto che due dei sette astronauti vi trovano la morte), nonostante lo spunto fantascientifico. Non mancano comunque avventure nel natio Belgio, comprese alcune tra le più famose; anche l’ultima, l’incompiuta “Alph-Art”, è una vicenda semplice, ma ricca di suspence, ambientata tra le gallerie d’arte di Bruxelles. Sta di fatto che Tintin è diventato da tempo uno dei simboli del fumetto di stampo avventuroso, e la sua fama è tale che, almeno in Belgio, si possono trovare statue, enormi murales, persino musei dedicati a lui ed al suo creatore. La storia editoriale di un tale personaggio, che ad oggi ha venduto duecento milioni di albi in tutto il mondo, è piuttosto complessa, sia in Belgio che all’estero, anche se fuori dai paesi francofoni il suo successo è stato modesto, forse perché oscurato da quello di Topolino, molto simile a Tintin per caratterizzazione e tipo di avventure, affermatosi nello stesso periodo e diventato universalmente celebre anche grazie allo strapotere economico e politico degli USA – che ovviamente il Belgio non ha mai avuto. Non a caso uno dei pochi insuccessi del grande Steven Spielberg è stato proprio – almeno in America – il suo film su Tintin, lodato dalla critica ma accolto male dal pubblico e salvato solo dagli incassi europei. In Italia le cose non vanno meglio, al punto che prima del 1955 Tintin non era mai stato pubblicato nella nostra lingua, ed è solo nel 1961, col personaggio già in fase calante, che compare da noi il primo albo, peraltro senza alcun successo. Nei paesi francofoni la situazione è complicata, anche perché lo stesso Hergé, dopo aver pubblicato a colori “La stella misteriosa” nel 1942, ridisegna e colora le storie precedenti (ben nove), apparse in B/N nel corso degli anni ’30. Questo fa sparire progressivamente i vecchi albi dal mercato, incluso il primo ambientato nell’URSS, che pur non venendo ridisegnato viene “rinnegato” dall’autore, che lo giudica troppo acerbo e non recuperabile. Come se non bastasse, poiché edizioni e ristampe si succedono una dopo l’altra, ogni tanto Hergé apporta nuove correzioni alle vecchie storie, sia nel disegno che nei dialoghi, arrivando persino a ridisegnarne un paio per la terza volta; si aggiungono poi censure di vario genere, di natura sia politica (famosa quella relativa a ”La stella misteriosa”, i cui toni antiamericani e perfino antisemiti spariscono nelle edizioni del dopoguerra) che “politically correct” (soprattutto, ma non solo, nelle storie “Tintin in Congo” e “Tintin in America”).
Storia editoriale di Tintin in Belgio
Pur senza esporre in modo esaustivo una storia editoriale che solo pochi specialisti al mondo conoscono in tutti i dettagli, non è difficile riassumere quella belga (edita inizialmente dallo stesso “Petit Vingtième” e poi, sin dagli anni ’30, da Casterman), tenendo a mente che ogni storia è apparsa pochi mesi prima su un giornale (“Petit Vingtième”, “Le Soir”, “Tintin”) e solo in seguito in albo:
1: Tintin au pays des Soviets (1930, Petit Vingtieme, B/N) *
2: Tintin au Congo (1931, Petit Vingtieme, B/N) (1946, Casterman, colori)*
3: Tintin en Amérique (1932, Petit Vingtieme, B/N) (1945, Casterman, colori)
4: Les Cigares du pharaon (1934, Petit Vingtieme, B/N) (1955, Casterman, colori)
5: Le Lotus bleu (1936, Petit Vingtieme, B/N) (1946, Casterman, colori)
6: L’Oreille cassée (1937, Petit Vingtieme, B/N) (1943, Casterman, colori)
7: L’ile noire (1937, Petit Vingtieme, B/N) (1943, Casterman, colori) (1965, ridisegnata, Casterman, colori)
8: Le Sceptre d’Ottokar (1939, Petit Vingtieme, B/N) (1947, Casterman, colori)
9: Le Crabe aux pinces d’or (1941, Petit Vingtieme, B/N) (1943, Casterman, colori)
10: L’Étoile mystérieuse (1942, Casterman)*
11: Le Secret de la Licorne (1943, Casterman)
12: Le Trésor de Rackam le Rouge (1944, Casterman)
13: Les Sept Boules de cristal (1948, Casterman)
14: Le Temple du Soleil (1949, Casterman)
15: Tintin au pays de l’or noir (1950, Casterman) (1971, ridisegnata, Casterman)
16: Objectif Lune (1953, Casterman)
17: On a marché sur la Lune (1954, Casterman)
18: L’Affaire Tournesol (1956, Casterman)
19: Coke en stoke (1958, Casterman)
20: Tintin au Tibet (1960, Casterman)
21: Les Bijoux de la Castafiore (1963, Casterman)
22: Vol 714 pour Sydney (1968, Casterman)
23: Tintin et les Picaros (1976, Casterman)
24: Tintin et l’Alph-Art (1986, Casterman) (2004, Casterman)*
*Mai ridisegnata da Hergé, è stata tuttavia colorizzata e ristampata nel 2017. I primi esemplari del 1930, numerati e firmati “Tintin et Milou” dall’autore, valgono anche qualche migliaia di Euro.
*Tutte le edizioni originali di Petit Vingtieme, in B/N, degli albi sino a “Le Crabe aux pinces d’or”, sono molto rare e possono valere migliaia di Euro. Anche le prime ristampe di Casterman (qui non menzionate), prima che Hergé ridisegnasse a colori queste storie, valgono molte centinaia di Euro. Le sole versioni economiche di queste edizioni sono quelle denominate “Archives Hergé”, stampate da Casterman negli anni ’70 in quattro volumi che raccolgono le prime nove storie in B/N.
*D’ora in poi tutte le storie appaiono a colori sin dalla prima pubblicazione.
*La storia è incompiuta. Nel 1986 sono pubblicati due quaderni con la sceneggiatura e gli schizzi lasciati da Hergé, e nel 2004 la storia viene pubblicata integrando i due quaderni e aggiungendovi ulteriori schizzi ritrovati nel frattempo.
Storia editoriale di Tin Tin in Italia
In Italia Tintin viene pubblicato per la prima volta dall’omonima rivista lanciata dall’editore Vallardi nel 1955 nella speranza di replicare il successo della sua analoga belga, nata nel 1946 e in quel periodo sulla cresta dell’onda. Ma l’Italia non è il Belgio e la rivista italiana chiude dopo 25 numeri, non prima di aver pubblicato, nei primi 15, le due storie che descrivono la conquista della Luna da parte del reporter belga e dei suoi amici (cagnolino incluso): si tratta di “Obiettivo Luna” e di “Uomini sulla Luna”.
Tuttavia non è Vallardi a pubblicare per primo, in Italia, un albo di Tintin: sono i fratelli Del Duca, editori milanesi attivi sia in Italia che in Francia, i cui fotoromanzi hanno grande successo, a proporre nel 1961 la versione italiana de “Le sceptre d’Ottokar”, in un albo di ottima fattura e prezzo adeguato, del tutto analogo per qualità a quelli del mercato franco-belga. Ma in Italia, paese in cui il boom economico è appena iniziato e in cui i fumetti sono considerati letture di serie B, da evitare e di cui vergognarsi, un albo di questo livello non ha successo e non verrà seguito da altri (anche se inizialmente erano previsti anche “Il Granchio dalle Pinze d’oro”, “Il Segreto de ‘Il Liocorno’” e “Il Tesoro di Rackham il Rosso”). Per quanto non introvabile, questo albo è raro e prezioso (un centinaio di Euro la sua quotazione):
1961: Lo scettro di Ottokar (8)
Un secondo tentativo avviene nel 1968, con la pubblicazione del supplemento a Linus chiamato “Introvabile Linus Rosa” (in realtà facilmente trovabile a pochi Euro) che, nelle sue 160 pagine, pubblica diverse storie di vari personaggi, tra cui “Les Bijoux de la Castafiore” (che all’epoca era l’ultima storia apparsa in albo), purtroppo in B/N:
1968: I gioielli della Castafiore (21)
Nello stesso periodo altre tre storie di Tintin compaiono sul settimanale “Vitt” (rilancio del famoso periodico “Il Vittorioso”): “L’isola Nera” (1968), “Volo 714 destinazione Sydney“ (1968-1969), “Tintin in Tibet” (1969).
Tintin pubblicato da Gandus
Già da qualche tempo l’editore Gandus di Genova aveva ripreso la pubblicazione degli albi, dapprima in edicola nel 1965 (collana “Gli albi di Tintin”), in un vano tentativo di fare concorrenza ai famosi “Classici Audacia”, e poi in libreria nel 1968 (collana “Le avventure di Tintin”):
• Numero 1, novembre 1965: Il granchio d’oro (9)
• Numero 2, dicembre 1965: Il segreto del Liocorno (11)
• Numero 3, gennaio 1966: Il tesoro di Rakam il Rosso (12)
• Numero 4, febbraio 1965: Lo scettro di Ottokar (8)
• Numero 5, marzo 1965: Le sette sfere di cristallo (13)
• Numero 6, aprile 1965: Il tempio del Sole (14)
• Numero 7, maggio 1965: I sigari del faraone (4)
• Numero 8, giugno 1966: Il drago blu (5)
Tutti questi albi sono brossurati, sia nella versione da edicola che in quella da libreria: le due versioni sono in tutto e per tutto identiche, a parte il nome della collana, e non è raro che vengano mischiate dai collezionisti e dagli stessi rivenditori.
Nel 1977 la Gandus riprende la pubblicazione degli albi di Tintin, stavolta in versione cartonata e sempre nella collana “Le avventure di Tintin”:
• 1977: L’isola nera (7)
• 1977: L’affare Girasole (18)
• 1977: Tintin nel Tibet (20)
• 1977: Tintin nel paese dell’oro nero (15)
• 1978: Obiettivo Luna (16)
• 1978: Uomini sulla Luna (17)
• 1978: Coke in stock (19)
• 1978: Volo 714 destinazione Sydney (22)
• 1979: I gioielli della Castafiore (21)
• 1979: Tintin e i Picaros (23)
Il Tintin Comic Art
A questo punto mancano solo cinque albi per completare la serie, che sta finalmente avendo un certo successo; Gandus inizia così a ristampare i vecchi albi brossurati in versione cartonata, ma si ferma quasi subito e nel 1987, dopo l’uscita di un ultimo volume, i diritti passano alla Comic Art:
• 1979: Il segreto del liocorno (11)
• 1979: Il tesoro di Rakam il Rosso (12)
• 1986: Il drago blu (5)
Una volta ottenuti i diritti, la Comic Art inizia sistematicamente a ristampare gli albi, in versione cartonata e di buona qualità, nella collana “Grandi Eroi”, inclusi quelli ancora inediti e per la prima volta in Italia riesce a portare a termine l’intera serie. È il 1991, ed Hergé è morto da ben otto anni:
• Numero 12bis, luglio 1987: Il granchio d’oro (9)
• Numero 18bis, novembre 1987: Lo scettro di Ottokar (8)
• Numero 19bis, dicembre 1987: Il tempio del Sole (14)
• Numero 29bis, ottobre 1988: Le sette sfere di cristallo (13)
• Numero 30bis, novembre 1988: I sigari del faraone (4)
• Numero 36, maggio 1989: Tintin in Congo (2)
• Numero 37, maggio 1989: Tintin in America (3)5
• Numero 38, dicembre 1989: L’orecchio spezzato (6)5
• Numero 39, dicembre 1989: La stella misteriosa (10)5
• Numero 50, gennaio 1990: Obiettivo Luna (16)
• Numero 51, gennaio 1990: Uomini sulla Luna (17)
• Numero 52, febbraio 1990: Volo 714 destinazione Sydney (22)
• Numero 59, maggio 1990: Tintin nel paese dei Soviet (1)5
• Numero 65, settembre 1990: Il drago blu (5)
• Numero 66, ottobre 1990: L’isola nera (7)
• Numero 73, novembre 1990: Il tesoro di Rakam il Rosso (12)
• Numero 74, novembre 1990: Il segreto de Il Liocorno (11)
• Numero 85, febbraio 1991: Tintin nel paese dell’oro nero (15)
• Numero 86, febbraio 1991: Coke in stock (19)
• Numero 90, marzo 1991: L’affare Girasole (18)
• Numero 91, marzo 1991: Tintin nel Tibet (20)
• Numero 97, maggio 1991: I gioielli della Castafiore (21)
• Numero 98, maggio 1991: Tintin e i Picaros (23)
99/2000, Tintin Lizard
Alla fine degli anni ’90 la Comic Art entra in crisi e i diritti di Tintin passano di mano un’altra volta finendo alla Lizard, giovane e ambiziosa casa editrice fondata pochi anni prima per valorizzare le opere di Hugo Pratt e di molti altri autori italiani (Giardino, Manara, Toppi, Micheluzzi eccetera). Tra il 1999 e il 2002 tutte le storie di Tintin ad eccezione della prima vengono nuovamente pubblicate in volumi cartonati e di ottima qualità:
• 1999: Il granchio d’oro (9)
• 1999: Lo scettro di Ottokar (8)
• 1999: I sigari del faraone (4)
• 1999: L’orecchio spezzato (6)
• 1999: La stella misteriosa (10)
• 1999: Il drago blu (5)
• 1999: L’isola nera (7)
• 1999: Il segreto del Liocorno (11)
• 2000: Il tempio del sole (14)
• 2000: Le sette sfere di cristallo (13)
• 2000: Obiettivo luna (16)
• 2000: Uomini sulla luna (17)
• 2000: Il tesoro di Rakam il rosso (12)
• 2000: Tintin nel paese dell’oro nero (15)
• 2000: Coke in stock (19)
• 2001: Volo 714 destinazione Sydney (22)
• 2001: L’affare Girasole (18)
• 2001: Tintin in Tibet (20)
• 2001: I gioielli della Castafiore (21)
• 2001: Tintin e i Picaros (22)
• 2002: Tintin in Congo (2)
• 2002: Tintin in America (3)
dal 2000 ad oggi
Segue poi, nel 2003, un volume della serie “I classici del fumetto” editi da Repubblica (il numero 25), che ristampa in edizione economica, brossurata, quattro storie: “Obiettivo Luna”, “Uomini sulla Luna”, “Tintin in Tibet”, “I gioielli della Castafiore”. Le due edizioni “definitive”, tuttavia, non arriveranno che qualche anno dopo. Dapprima la Lizard, nel frattempo assorbita dalla Rizzoli, pubblica nel 2011 otto volumi che raccolgono, finalmente nel giusto ordine cronologico, l’insieme delle storie di Tintin in un’edizione particolarmente curata, con una nuova traduzione e una presentazione del noto critico d’arte italo-francese Philippe Daverio; viene anche pubblicata, per la prima volta in Italia, “Tintin e l’Alph-Art”, riprendendo l’edizione Casterman del 2004:
Volume 1
• Tintin nel paese dei Soviet (1)
• Tintin in Congo (2)
Volume 2
• Tintin in America (3)
• I sigari del Faraone (4)
• Il Drago Blu (5)
Volume 3
• L’orecchio spezzato (6)
• L’isola nera (7)
• Lo scettro di Ottokar (8)
Volume 4
• Il granchio d’oro (9)
• La stella misteriosa (10)
• Il segreto del Liocorno (11)
Volume 5
• Il tesoro di Rackham il Rosso (12)
• Le sette sfere di cristallo (13)
• Il tempio del Sole (14)
Volume 6
• Tintin nel paese dell’oro nero (15)
• Obiettivo Luna (16)
• Uomini sulla Luna (17)
Volume 7
• L’affare Girasole (18)
• Coke in Stock (19)
• Tintin in Tibet (20)
Volume 8
• I gioielli della Castafiore (21)
• Volo 714 destinazione Sidney (22)
• Tintin e i Picaros (23)
• Tintin e l’Alph-Art (24)
La seconda edizione “definitiva” è quella della Gazzetta dello Sport, che nel 2017 riprende integralmente la versione Lizard del 2011, ma pubblicando ogni albo separatamente; questo ne fa, ad oggi, l’edizione più completa e fedele all’originale (sia pure con le copertine “riquadrate”).
Chi volesse saperne di più delle edizioni italiane di Tintin troverà molte altre informazioni su http://www.dimensionedelta.net/jones/tintin/tintin_idx_it.html, con ulteriori dettagli relativi alle varie edizioni franco-belghe, o su Wikipedia: https://it.wikipedia.org/wiki/Le_avventure_di_Tintin.