Nella storia del fumetto italiano, Pepito rappresenta un caso alquanto anomalo: pur essendo italiano, nel nostro paese è praticamente sconosciuto o dimenticato, ma all’estero ha sempre goduto di una vasta popolarità. In questo articolo proveremo a riscoprire la sua storia, a partire da quella del suo autore, Luciano Bottaro.
Pepito, storia editoriale e origini
Creato nel 1951 da Luciano Bottaro, uno dei maestri del fumetto italiano, autore di Whisyky & Gogo, Baldo, Re di Picche e amatissimo anche dai lettori di Topolino, Pepito compare per la prima volta fra le pagine de fumetto Cucciolo, della casa editrice Alpe. A partire dal 1955 ebbe una testata interamente dedicata a lui, sempre grazie allo stesso editore che decise di puntare forte su questo nuovo personaggio.
Il giornalino però restò in edicola appena due anni, perché Bottaro e Carlo Chendi – sceneggiatore di molte di queste storie – preferirono “cederlo” ad altri artisti che non seppero valorizzarlo al meglio.
Nel 1970 fece un fugace ritorno in Italia sul mensile Whisky & Gogo della Cenisio e in due volumi antologici, editi dalla medesima editoriale, dal titolo un mondo di fumetti (1 e 2) che costituiscono una sorta di opera omnia degli autori “comici” della Alpe come Bottaro, Chendi e Rebuffi.
Negli anni 80 viene riproposto ancora, per breve tempo, sugli albi della casa editrice “Bianconi”.
Il successo di Pepito in Francia
Quando il personaggio, almeno in Italia, sembrava sul punto di finire nel dimenticatoio, succede quello che non ti aspetti: l’editore francese Victor Broussard acquista i diritti di Pepito per pubblicarlo nei paesi transalpini. Il successo fu strepitoso, al punto che egli convinse Luciano Bottaro e Carlo Chendi a riprendere in mano la serie.
Così, mentre in Italia la sua popolarità crollava ai minimi storici, oscurato da nuovi protagonisti come Tiramolla, in Francia nascevano mensili, speciali trimestrali, almanacchi e volumi cartonati.
La sua fama sconfinò oltre l’Europa, venne pubblicato in Canada e nell’Africa francese. Poi anche in altre lingue: spagnolo, greco, tedesco e brasiliano.
Pepito, descrizione del personaggio
La serie deve il nome al capo di una ciurma di pirati, che Bottaro individuò come il protagonista del fumetto. Pepito è furbo, intelligente, astuto ed è alla testa di questa scapestrata banda di bricconi. Caratterialmente mostra un carattere duro e inscalfibile, ma nel suo ruolo si rivela onesto e molto comprensivo, a perdonare, quanto a punire chi ha atteggiamenti prevaricatori. Nel corso delle avventure viene fuori la sua indole buona e pacifica, scevra da sentimenti negativi per i suoi nemici, come Hernandez de la Banana. Costui nelle intenzioni degli autori avrebbe dovuto essere il “villain” principale della serie, ma aveva un profilo da despota egocentrico e ottuso così caricaturale che finì col risultare molto simpatico. Nel corso degli anni ha scalzato il piccolo pirata dal ruolo di protagonista.
Pepito, valutazione del fumetto
Questi giornalini oggi sono dai più dimenticati e purtroppo le nuove generazioni non sembrano vogliose di riscoprirli. La loro vendita è pertanto molto lenta e occasionale, con i pochi nostalgici che hanno già completato la loro collezione. Gli albi editi dalla Alpe negli anni 50 possono comunque avere qualche estimatore, purché siano in ottime condizioni. Parliamo sempre e comunque di quotazioni di pochi euro.