Mister No Bonelli

Mister No Bonelli, storia editoriale, autori e valutazione del fumetto

13 Luglio 2024

Mister No, storia editoriale completa, autori, caratteristiche del personaggio

L’epopea editoriale di Mister No comincia nel giugno 1975. L’idea venne a Sergio Bonelli, che sul finire degli anni 60 e i primi anni 70 aveva viaggiato in lungo e in largo in Brasile e in Amazzonia, rimanendo affascinato da quei luoghi. L’ambientazione quindi non poteva che esser quella, ma a far scattare la scintilla per il personaggio fu l’incontro avuto in Messico con un pilota di aerei, Capitan Vega.
Cronologicamente, decise di ambientare le avventure negli anni 50, periodo che lui considerava il più affascinante perché il selvaggio territorio amazzone era ancora inesplorato e ricco di misteri. Tuttavia non pensava che le sue fantasie da avventuriero potessero avere presa sul pubblico, pertanto aveva affibbiato a Mister No il ruolo di semplice comparsa nella collana Rodeo, una serie antologica già avviata sul fumetto d’avventura.
Sceneggiò i primi due episodi ma li mise da parte. Solo in un secondo momento si convinse di affidarli all’arte di Franco Donatelli e Gallieno Ferri, i suoi disegnatori di punta in quel momento.
Una terza sceneggiatura fu consegnata a Franco Bignotti.

Mister No numero 1: gli esordi e i primi anni

Mister No Bonelli
Inizialmente la serie avrebbe dovuto limitarsi a 5 episodi. Il numero 1 ufficiale avrebbe dovuto essere quello disegnato da Donatelli, ma all’ultimo Bonelli cambiò idea e decise di partire con una storia disegnata da Ferri che di fatto è ufficialmente Mister No n. 1. Ebbe una tiratura di circa 40000 copie.
Con grande sorpresa, tutte le copie andarono esaurite in pochi giorni, convincendo Bonelli a mandare in stampa una nuova ristampa da 70000 esemplari. Anche in questo caso il successo fu tale da rendere necessaria una terza ristampa, questa volta di duecentomila esemplari. Era chiaro che bisognava scartare l’idea della miniserie, la scuderia Bonelli aveva appena messo a centro un altro grande colpo. Da un punto di vista collezionistico non esistono differenze fra le ristampe del primo numero.

Mister NO: le prime avventure e gli autori


Sergio Bonelli era già molto impegnato con la gestione della casa editrice, ma soprattutto non aveva tempo per dedicarsi a un nuovo personaggio perché era occupato nella stesura delle sceneggiature di Tex e Zagor, i personaggi di punta della Bonelli. Per organizzare meglio il lavoro della nuova testata, formò un “team Mister No”. A partire dal numero 6, l’uomo della Guyana, Roberto Diso affiancò ai disegni Donatelli e Bignotti. Le copertine erano di Gallieno Ferri. Per le sceneggiature in quella prima fase si avvalse della collaborazione di Mantelli, Cabella, Missagli e Alfredo Castelli, sebbene non fossero (almeno inizialmente) accreditati e la firma fosse sempre di Nolitta (così si firmava Bonelli sceneggiatore).

Gli anni 80

sergio bonelli
Guido Nolitta iniziò a distaccarsi in modo graduale dalla serie, proprio come fatto per Zagor, e negli anni 80 poteva già contare su un valido team di sceneggiatori che annoverava fra gli altri Tiziano Sclavi, futuro papà di Dylan Dog. Continuò dunque a supervisionare le sceneggiature ma lasciò i colleghi più liberi di caratterizzare al meglio il loro Mister No. Così facendo le avventure iniziavano ad avere una differente evoluzione e nuove sfumature caratteriali del personaggio, che nel corso degli anni evolverà nello spirito e nel look. A metà degli anni 80 Luigi Mignacco lavora in pianta stabile alla sceneggiatura della serie, in coppia con Diso che ormai oltre ai disegni illustrava anche molte copertine.

Mister No negli anni 90 e il periodo africano

Tutte i fumetti, anche quelli di maggior successo, necessitano di un rinnovo dei contenuti con il passare del tempo. Mister No non faceva eccezione e l’Amazzonia era diventato un contesto troppo ordinario e familiare per i cultori della serie. Bonelli ebbe una delle sue idee per vivacizzarla, non la impose, ma la presentò in un sondaggio:
“Cari lettori, vi piacerebbe se Mister No si trasferisse per un po’ in Africa”?
Durante i sui viaggi, Sergio Bonelli aveva visitato anche l’Africa, rimanendone affascinato. L’idea ottenne un consenso incondizionato da parte dei lettori e così negli anni 90 nacquero 11 avventure ambientate nel continente nero. Del ciclo africano, il suo autore sceneggiò 4 storie, le restanti portavano la firma di Ongaro, Mignacco e Castelli.
Fatta eccezione per le prime avventure, che rappresentavano comunque una novità, quelle ambientate in Africa sono forse fra le più riuscite e amate dell’intera epopea narrativa. Concluso con successo questo ciclo, il personaggio fece ritorno nella sua Manaus, in Amazzonia.

Il declino di Mister No

La serie tagliò il traguardo storico del numero 200, ma a quel punto Nolitta la abbandonò e lo sceneggiatore “titolare” divenne Mignacco, che dopo il suo creatore era quello che lo conosceva meglio.
Il pur bravo Mignacco, che nel frattempo era stato affiancato (fra gli altri) da Masiero, però non poteva conferire al fumetto l’energia e l’esperienza di Nolitta che in Amazzonia aveva viaggiato davvero e trasferiva sui suoi personaggi parte del proprio vissuto e delle incredibili esperienze.
L’euforia iniziale del pubblico si spense e le vendite degli albi in edicola sfiorarono pericolose soglie di allarme.
Nel 1995 il fumetto Mister No riparte praticamente da zero. Nuova veste grafica, nuove tematiche, una modifica al logo e al look del personaggio. Ma soprattutto cambia ancora l’ambientazione, che diventa la Grande Mela.
La spinta narrativa è data da un intrigo amazzonico fra Mister No e un’organizzazione malavitosa giapponese dal nome “La legione dei vivi”. Questo nuovo gruppo di cattivi da la caccia a Mister No reo di aver invischiato il naso nei suoi loschi affari, costringendolo a una fuga negli Stati Uniti (dove del resto era nato). Anche li però i cattivi, capeggiati dal samurai Ishikawa, lo tampinano. La serie assume i contorni di un thriller, con tanto di sicari e morti ammazzati a ripetizione in un contesto urbano come quello Newyorchese. Uno scenario radicalmente diverso da quello che era il concept embrionale di Nolitta. Ad essere diverso però è anche il carattere del nostro protagonista: la spensieratezza, l’ironia e l’irriverenza che lo caratterizzavano agli albori sembrano essersi smarriti e i lettori iniziano a lamentare una certa pesantezza.

Mister No, gli ultimi anni

La chiusura del ciclo newyorkese riporta il protagonista in Amazzonia, editorialmente ferito e moribondo. Negli anni successivi il personaggio continua a viaggiare alimentato forzatamente da tante novità che i creativi si impegnavano ad inventare di numero in numero, ma sembra palese che l’interesse dei lettori è proiettato verso nuovi eroi e nuovi generi. Nel 2005 Guido Nolitta torna a riscrivere dopo tanto tempo la sua ultima storia di commiato dal personaggio, un omaggio dovuto ad uno dei miti intramontabili della sua casa editrice. Sul numero 364 pubblica inoltre una lettera di proprio pugno per comunicare ai lettori la chiusura della serie e spiegarne le ragioni, che vanno oltre il semplice dato statistico sulle vendite. Mister no chiude definitivamente nel 2006.

Mister No, cronologia, periodicità e caratteristiche editoriali della serie

La collezione classica consta di 379 numeri, pubblicati fra giugno 1975 e dicembre 2006.
La casa editrice è Bonelli, che però negli anni ha mutato il suo nome:
– 1-151 edizioni Araldo.
– 152-157 Daim Press.
– 158-379 Sergio Bonelli editore.
I primi numeri, fino al 27, sono prezzati 350 Lire. La periodicità è e rimarrà sempre mensile. Il formato degli albi 16×21.
I primi numeri (fino al 27) proponevano oltre alla storia la rubrica “inferno verde, uomini e animali dell’Amazzonia.”
Gli albi 100, 200 e 300 sono tutti a colori.
A partire dal novembre 1984, fino al marzo 2008, esce la raccolta di Mister No, un supplemento della serie regolare che comprende due storie ricopertinate. Ne uscirono 156 numeri.
Inoltre, fra il 1989 e il 1995 esce in edicola Tutto Mister No, con le ristampe delle vecchie storie.

Allegati e inserti

– numero 97, inserto promozionale “Full”.
– numero 202, blisterato, con inserto la grande avventura dei fumetti DeAgostini.
– In molti numeri a partire dal 157 era consegnato in allegato il giornale di Sergio Bonelli, con le ultime novità della casa editrice.
Il giornale di sergio bonelli

Mister No / Jerry Drake, un anti-eroe fuori dagli schemi

Il vero nome del protagonista è Jerry Drake.
Nasce a New York più o meno negli anni 20, suo padre, Jerome Senior è un borghese insegnante di letteratura che nel 1937 si arruola nelle brigate internazionali per andare a combattere in Spagna. Jerry cresce dunque nei quartieri di New York insieme agli amici ed è li che forma la sua tempra. Di ritorno dalla Spagna, suo padre viene arrestato con l’accusa di omicidio, rivelatasi però falsa (noi lettori lo verremmo a sapere soltanto anni dopo). Per Jerry è una delusione cocente e già giovanissimo va via da casa per scoprire il mondo. A San Francisco incontra il pilota Bat Barlington che lo avvierà al mestiere di pilota di aerei. Insieme decidono di aggregarsi alle “tigri volanti”, un gruppo di piloti che affiancava la Cina nella guerra difensiva contro il Giappone, stato aggressore. In questo periodo riceve il soprannome di “Mister No”, datogli da uno dei suoi nemici, il generale giapponese Saiko. Il 1941 segna per gli Stati Uniti l’inizio della seconda guerra mondiale e dopo l’attacco giapponese a Pearl Harbor, Drake si unisce al conflitto come pilota. In questi anni viene fatto prigioniero, una volta dai giapponesi, in seguito da Cannibali in Guinea e anche gravemente ferito (sulle Ardenne), viaggia in tutto il mondo e giunge perfino in Italia, nel Lazio, dove ha una breve storia d’amore con una ragazza di nome Laura. Mister No continua a volare in lungo e in largo, torna anche in Italia (in Campania) e affronta molteplici avventure, fin quando nel 1950 decide di congedarsi in Amazzonia, a Manaus. Ed è qui che si colloca l’incipit di tutte le avventure narrate nella serie.
Le sfumature psicologiche di questo avventuriero che decide di andare a vivere in un territorio isolato come l’Amazzonia si prestano a tante interpretazioni. Forse è stanco e stressato dalla guerra, forse ha bisogno di ritrovare se stesso tramite il contatto con la natura selvaggia. Sicuramente non è un eroe di stampo Bonelliano classico, senza macchia e senza pericolo, come erano i protagonisti delle storie ambientate nel West. Ha le sue fragilità che ne tratteggiano un profilo squisitamente umano e comune: si ubriaca, cede al fascino delle donne ma non si vuole impegnare per paura di essere “incastrato” in un’unione a discapito della propria libertà. Le donne di Mister No finalmente hanno un carattere e una personalità positiva, che si distacca da quella negativa, sovente malvagia, regolarmente riscontrabile nelle donne di Tex e in generale nell’opera di Bonelli.
Sebbene porti con sé un passato turbolento e vada in giro quasi sempre da solo, Jerry è solare, spiritoso e autoironico. A dispetto delle sue vastissime esperienze di vita talvolta pecca perfino di ingenuità. Non sopporta le ingiustizie e i soprusi, lato del carattere questo che lo porterà a scontrarsi con i numerosi villains della saga.

Mister No, personaggi comprimari

A differenza di altre serie Bonelli come Zagor o Dylan Dog, in Mister NO il protagonista non ha una spalla fissa, ma alterna di volta in volta vari comprimari. Qui di seguito alcuni dei più presenti.

Otto Kruger – Esse-Esse

mister no esseesse
Il tedesco condivide con Jerry Drake le stesse scelte: anche lui, stressato dagli orrori della guerra, ha deciso di rifugiarsi in Amazzonia per condurre una vita più lenta. Kruger viene dalla Germania e sebbene in Amazzonia sia stato soprannominato Esse esse con chiaro riferimento al corpo nazista, non ha mai legato il suo nome a quelle atrocità. In Amazzonia fa la guida turistica, ma lavora poco e passa il suo tempo principalmente al bar ad ubriacarsi o in cerca di belle donne, in compagnia di Mister No.

Anouk

Anouk è una bella ragazza di origini francesi, sensibile al fascino di Mister No. Dopo essere stata aiutata da lui, si innamora del suo salvatore e i due hanno anche una breve storia, prima che Mister No fugga terrorizzato dall’idea di impegnarsi. Nel corso del tempo Anouk si lega sentimentalmente ad un altro uomo e contrae matrimonio, fino ad ammettere però, nel numero 300, di non aver mai dimenticato Mister No.

Patricia Rowland

Archeologa e avventuriera, è una donna indipendente che affianca Mister No in alcune delle sue avventure. Fra i due c’è un’intesa evidente, che rende questa amicizia un po’ più “piccante” delle altre.

Paulo Adolfo

Al centro di tante simpatiche gag della serie, ma anche di tante scazzottate, c’è questo bar il cui proprietario è proprio Paulo. Di carattere bonario e amichevole, si ritrova spesso, suo malgrado, ad offrire da bere a Mister No e alla cricca di amici, fra cui Esse-Esse. Comprimario positivo all’interno di molte storie.

Ishikawa

Questo samurai ha un conto in sospeso con Mister No, che negli anni trascorsi in guerra gli impedì di commettere suicidio d’onore. Adesso i due si rincontrano nel ciclo della legione dei vivi e Ishikawa vuole vendicarsi. Durante la faida ucciderà molti degli amici di Mister No, come Augustino, prima di venire a sua volta sconfitto.

Augustino

giovane meccanico simpatico e allegro, amico di Mister No. Viene ucciso da Ishikawa nell’albo n. 241 della serie, in segno di ritorsione.

Oliveira, Sergente

Il braccio inflessibile della legge è proprio lui, un baffuto sergente di Manaus che compare nelle storie a partire dal numero 1. In alcuni casi entra anche in conflitto con Mister No e lo arresta per via dei suoi eccessi.

Mister NO, i disegnatori

I disegnatori del primo periodo sono Gallieno Ferri, Franco Donatelli e Franco Bignotti. Ferri ha disegnato la prima storia pubblicata nel numero 1, conferendo al personaggio quell’aria ironica e scanzonata che lo caratterizza. Il Mister No di Donatelli è invece un ibrido fra Steve Mcqueen e James Corbun (popolari le sue basette grige). Mentre Ferri rimarrà in seguito come copertinista, Donatelli abbandona già dopo il terzo episodio.
Diverso il legame fra il personaggio e Bignotti. A lui si devono gran parte dei disegni nelle prime storie. Grazie alla sua velocità è riuscito a mandare avanti la testata quando ancora uno staff vero e proprio non era stato costituito. Ha continuato a disegnare il personaggio, alternandosi con altri artisti, fino al numero 204 (gli ultimi anni affiancato dai fratelli Di Vitto).
Fra i disegnatori più prolifici della serie troviamo Stefano e Domenico Di Vitto che a partire dal numero 115 si sono divisi matite e chine. Apprezzati particolarmente da Nolitta per la loro rapidità nella consegna e fedeltà alle sceneggiature.

Mister No e Roberto Diso

Ma il vero cuore grafico della serie è il romano Roberto Diso, che a partire dal numero 5 inizia a disegnare il personaggio e lo seguirà fino alla fine, nel 2006. Diso apporta dei sostanziali cambiamenti a Mister No: elimina il giubbino da pilota e il foulard, sostituendo con una semplice T-shirt nera. Per il taglio di capelli si rifà sostanzialmente al proprio. Da li in poi tutti i disegnatori di Mister No dovranno confrontarsi con il canone di Diso che relativamente a questa serie diventa quello ufficiale. L’artista romano è anche un maestro nel tratteggiare la natura, i boschi e le ambientazioni “verdi” dell’Amazzonia.

Mister No, valore della collezione e numeri rari

La valutazione di questa collezione sul mercato è abbastanza bassa, poiché già all’epoca ebbe tirature molto alte. Ad oggi una raccolta completa da 1 fino a 379 ha una quotazione di circa 300 euro, con variazioni in positivo o in negativo sulla base delle condizioni. Nel dettaglio, tutti i numeri, anche venduti singolarmente, sono difficilmente piazzabili a più di 1 euro ciascuno. Qualche eccezione è data dai primi 5 numeri e dagli ultimi 10, che ebbero una diffusione minore rispetto agli altri.

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