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Linus, rivista di fumetti: storia, descrizione e valutazione degli albi

21 Settembre 2020

Linus: la rivista di fumetti tutta italiana ispirata ai Peanuts

Chi dorme non piglia pesci, si sa. E forse proprio per arricchire il panorama italiano editoriale e fumettistico, avevamo bisogno di qualcosa che durasse nel tempo.
Ovviamente come avete intuito dal nostro titolo, parliamo del periodico Linus: la rivista di fumetti italiana dichiaratamente ispirata a Charlie Brown e i suoi simpatici amici.
Abbiamo pensato di parlarne su FumettiRari per il grande traguardo raggiunto: ben 56 anni di attività e di presenza, nelle migliori librerie e edicole.

Volendo parlare di rarità, il primo numero di Linus, uscì nel 1965 diretto da Giovanni Gandini.
In quell’anno, infatti, i personaggi nati dalla penna di Charles M. Schultz, grazie a Gandini sono finalmente arrivati anche sul mercato italiano.
Questo, circa 15 anni dopo la comparsa sul mercato degli Stati Uniti.
La prima copertina di Linus è davvero peculiare: uno sfondo verde pallido, sui cui figurava proprio Linus, con il famoso pollice in bocca.
L’immagine racchiude la sua figura nell’atto di un abbraccio con il bene più prezioso: la sua famosa coperta, diventata nel tempo metafora di oggetto in grado di proteggere e rassicurare.

Per richiamare il lettore all’illustrazione, la testata è titolata e poi si legge “Rivista dei fumetti e dell’illustrazione”.
Forse solo alcuni ricorderanno che la frase nel tempo è cambiata tante volte, adattandosi ai tempi e allo scorrere delle pagine e dei lettori.

Linus, una rivista che ha saputo adattarsi alle generazioni di lettori

Un punto di forza di Linus è stato quello di adattarsi ai numerosi lettori che ha avuto e continua ad avere.
Non è facile restare interessanti e non apparire datati: Linus ha saputo rinnovarsi nel corso degli anni, soprattutto se consideriamo il settore di nicchia.
Nel panorama dei periodici illustrati, Linus resta quindi il nostro fiore all’occhiello.
La rivista inizialmente era principalmente dedicata ai lettori di fumetti, ma la sua originalità è stata quello del riuscire a conquistare molti altri lettori, incuriosendo anche chi non amava particolarmente il fumetto.
Quindi accanto a storie carine e allo stesso tempo colme di significati intrinseci come i Peanuts, abbiamo fumetti di tutti i tipi e anche inediti.
Il criterio di scelta di Linus è sempre stato il valore, l’idea e la possibilità di attrarre più lettori possibili facendo conoscere il panorama autoriale.

Uno Sturm und Drang di fumetti e meravigliose interviste d’autore

All’interno dei numeri si possono trovare delle meravigliose interviste. Considerando il primo numero molto raro adesso, possiamo leggere una bellissima intervista a Vittorini, del Buono e Eco; mica bruscolini!
Quindi si trovano meravigliosi inediti, ma non solo: anche pagine di spessore come fumetti di Andrea Pazienza.

Il primo numero di Linus

Il primo numero raccoglieva fumetti del momento, ma non solo: c’erano le meravigliose strisce dei Peanuts.
Dal nuovo allo storico, con i fantastici fumetti di Braccio di Ferro del ’39 e la comicità di Li’l Abner di Al Capp. Ciliegina sulla torta le strisce di Herriman con Krazy Kat.
Nel primo numero era presente anche Crepax con “La curva di Lesmo”. Qui ritroviamo gli albori di Valentina.
Insomma, un primo numero che oggi consideriamo raro, ma che in quel momento rappresentava, per una generazione curiosa, il centro del fumetto.
Linus è una linea di tempo, un modo per capire in quegli anni dove si trovassero i nostri padri, nonni e amici.
Per chi appartiene alle generazioni successive, guarderà al primo numero come una rarità argomento principale del nostro sito.
Ognuno di noi vive una generazione differente, ma proprio per questo Linus aiuta a leggere anche quelle precedenti e successive.

Linus oggi: cosa c’è nel Linus diretto da Igort?

Linus si fa sentire, di nuovo! Ebbene si, la rivista negli ultimi anni sembrava, passate il termine, “accasciata”.
Oggi grida ancora. Dal 2018 è guidato da Igort che nel primo numero ricorda “Niente esplosioni o grandi Bum. Al massimo una raffica di mortaretti.”
Non manca di certo lo spirito di iniziativa: la ricerca continua del nuovo, un modello interessante che Igort porta con sé.
Del resto ricordiamo che il fumetto è il centro di Linus e così sarà per sempre.
In questo caso ritroviamo meno impegno sociale/politico e più fumetti.
Non ritroviamo gli estremi per parlare di satira, ma i termini informativi riescono comunque a farci conoscere nuovi autori.
Linus è tornato alle origini come nel ’65 con il fumetto al centro del mondo e tutto il resto a ruotargli intorno.
Il mortaretto di cui Igort parla è la pre-pubblicazione di estratti di libri che sono in uscita, grande esempio di come sostenere i costi dell’editoria con la selezione dei contenuti migliori.

Igort ha la capacità di scovare degli autori interessanti a livello stilistico e senza dubbio di grandissimo spessore. Basti pensare ad Alison Bechdel.

La possibilità di pre-pubblicazione di libri o estratti nella storia editoriale del fumetto fa la differenza.
Offre nuovi spunti ai lettori e permette di accostarsi a nuovi autori senza dover acquistare per forza, prima di una lettura. E’ come vedere un trailer di un film: un servizio che Linus sa far bene.

Lo sguardo bambino del nuovo Linus

Igort nel rilancio della rivista, ha parlato di uno sguardo per ritrovare l’incanto, uno sguardo bambino.
In realtà se vogliamo dire qualcosa in più, possiamo considerarlo uno sguardo consapevole che guardo al futuro con una dimensione da bambino.
E’ bene arricchire il lettore di un piacevole entusiasmo come appunto farebbero i mortaretti.
L’idea però che sia una rivista per tutti non è reale poiché abbiamo comunque a che fare con una rivista storica.
La storicità di Linus è intrisa di cultura, di arte, di periodi stretti nella morsa politica sia di sinistra che destra. Non possiamo considerare Linus ad oggi una rivista alla portata di qualsiasi lettore. La sua aspirazione è sempre stata alta.

Linus, valutazione economica della rivista

Abbiamo parlato di rarità del primo numero di Linus, ma come già ampiamente ripetuto nelle nostre linee guida per le valutazioni dei fumetti, purtroppo per chi vende e per fortuna per chi compra non sempre rarità corrisponde ad alto valore economico.
Come avviene tipicamente per la maggior parte dei fumetti sopravvissuti ad oggi, anche per Linus l’analisi da fare è sempre lo stessa: chi compra fumetti da collezione è più raro dei fumetti stessi. Pertanto, i fumetti di Linus non si vendono con facilità e le cifre alle quali si trovano in vendita, per chi vuole acquistarli, sono molto basse. Un Po’ più richiesta è la prima annata e il numero 1, ma le quotazioni restano comunque abbordabili e alla portata di chiunque voglia iniziare a collezionare questa splendida rivista. Pertanto, al momento dell’acquisto, non fatevi prendere in giro da rivenditori e affaristi della domenica!

Conclusioni

A nostro avviso, Linus impera tra le riviste italiane sia per storia che per cultura. Come un essere umano abbastanza cresciuto, passata la mezza età in questo caso, non si pretende di piacere a tutti.
L’idea iniziale degli anni ’60 dello scorso secolo, non è mai stata spazzata via, bensì messa da parte nel 2000 con l’avvento delle graphic novel.
La cosa che continuiamo ad apprezzare è il modo di evolversi della rivista negli anni, il modo di riemergere dalle sue stesse ceneri e saper tornare agli albori senza troppa fatica, ma con gusto.

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