Ken Parker fumetto

Fumetti di Ken Parker: storia editoriale, autori, valutazione

22 Luglio 2024

Ken Parker: il western d’autore firmato Berardi e Milazzo

Nel giugno del 1977 esordisce nelle edicole italiane Ken Parker, un nuovo personaggio creato da Giancarlo Berardi destinato a imprimere il segno sul fumetto western italiano.
Berardi ebbe l’ispirazione per il suo eroe dal film “Corvo rosso non avrai il mio scalpo” di Sydney Pollock, con Robert Redford. Per i disegni si affidò all’amico di una vita, Ivo Milazzo. La serie è oggi unanimemente annoverata nel fumetto d’autore e si distingue dal resto dei fumetti western per le tematiche più introspettive, moderne e lo stile unico delle sue illustrazioni.

Ken Parker, Storia editoriale

La storia editoriale è di quelle travagliate, fatta di grandi successi e lodi sperticate, cui seguono periodi di sospensione e radicale cambiamento.
Il primo numero del 1977 viene pubblicato da Cepim – attuale Bonelli – gli albi hanno periodicità mensile e sono del tipico formato bonellide (21×16). Ken Parker ha il soprannome di lungo fucile, per via del suo Fucile Kentucky.


Ma procediamo con ordine:
Berardi e Milazzo sono due amici, il primo neanche troppo appassionato di western, che amano il fumetto e decidono di unire la loro arte (Berardi è uno scrittore, Milazzo un disegnatore) per dare vita alle loro idee. Osservando il mercato, comprendono che negli anni 70 il genere western è quello che più attira il consenso del pubblico. Nel 74 creano il primo plot di un’avventura western diversa dalle altre e la propongono a “Il giornalino” che la boccia. Va meglio invece con Sergio Bonelli, che intuisce il potenziale del personaggio e propone ai due autori di inserirlo all’interno della collana Rodeo.
Il personaggio non aveva ancora il suo nome ufficiale, ma si chiamava Jedediah Baker, chiarissimo riferimento al Jeremiah Johnson di Corvo rosso. I tratti somatici richiamano quelli di Robert Redford, attore protagonista del film. Bonelli suggerisce di svecchiarne l’ aspetto togliendo la barba, e di cambiargli nome per renderlo più memorizzabile.
Nasce così Ken Parker. Per quello che doveva solamente essere un personaggio di passaggio all’interno di una collana già esistente, la Rodeo, Bonelli ora immagina un destino diverso: una collana tutta sua.
Berardi e Milazzo però non lo avevano caratterizzato come protagonista di una lunga epopea, quindi hanno il loro bel da fare per ripianificare l’opera affinché nel corso del tempo possa mantenere acceso l’interesse degli appassionati.

La nascita di un nuovo eroe Bonelli

Al suo esordio, il fumetto stuzzica subito l’interesse del lettore per le novità grafiche apportate, rispetto alle altre pubblicazioni in corso. Copertine acquarellate, disegni che avvolgono l’intero albo, costa e retro (cosa che non consente all’editore di sfruttare la quarta di copertina per la consueta reclame pubblicitaria degli altri prodotti editoriali).
Anche nei contenuti il nuovo arrivato si colloca in una posizione di rottura rispetto al passato: le avventure sono autoconclusive. Il protagonista è un nomade e le vicende narrate hanno di volta in volta background diversi dal consueto Far West. Il carattere storicamente fedele dell’opera, la qualità dei disegni e delle sceneggiature, spingono in alto le vendite di Ken Parker.

<i< primi anni e la prima “pausa” della serie

Ken parker cepim numero 1
Critica e pubblico rispondono positivamente alla creazione di Berardi e Milazzo. Si stima che i primi numeri ebbero una tiratura di circa 60000 copie. La difficoltà maggiore per Milazzo è quella di mantenere i ritmi mensili richiesti dalla casa editrice e dalle logiche commerciale. Motivo per cui anche altri disegnatori lo affiancheranno nei disegni: Alessandrini, Trevisan, Marraffa, Tarquinio, Polese, Ambrosini, Cianti. Artisti eccellenti ma ciascuno con una propria sensibilità, diversa da quella di Milazzo.
Ampliare lo staff non è sufficiente a rispettare le rigide scadenze. A partire dal numero 12 iniziamo le uscite bimestrali “a sorpresa”, che non saranno dei casi sporadici. Ken Parker è un fumetto d’autore – e quindi con una cura per i dettagli meticolosa – che però esce a frequenza periodica, in una serie continuativa regolata da scadenze tassative. Nel 1983, quando la numerazione era già arrivata al 57, gli autori decidono di sospenderla. Ritorna in edicola a distanza di 7 mesi per altri due numeri, prima di chiudere definitivamente.
Fu un trauma per i fan: la serie era all’apice della sua popolarità e ancora molto amata. Berardi spiegò in una lettera che la revisione dei testi e la realizzazione dei disegni richiedevano scelte incompatibili con una periodicità mensile e che lui e Milazzo non riuscivano più a garantire quella puntualità, senza sacrificare parte della qualità dell’opera.

L’isola trovata, albi dell’Oriente Express e Comic Art (1984-1988)

L’unica soluzione percorribile era quella autoriale: poche tavole, pubblicate annualmente, all’interno di riviste a fumetti d’autore, sul modello franco-belga.
La pubblicazione a ritmi meno sostenuti è quella vincente dal punto di vista della qualità: le storie e i disegni di quegli anni sono fra le più belle di sempre del duo. Vengono pubblicate tavole sulla rivista l’Orient Express (Bonelli) e dopo la sua chiusura su Comic Art, ma anche sui volumi monografici de l’Isola Trovata. Ma a dispetto della qualità di questi lavori, le cose non vanno benissimo: i lettori faticano a seguire il tessuto narrativo delle storie, abituati a “divorare” gli albi completi Bonelli. Senza contare che gli appassionati erano praticamente costretti a comprare una rivista d’autore – che conteneva storie di altri autori e vari approfondimenti – ad un prezzo più alto rispetto ai precedenti albi Bonelli interamente dedicati al loro beniamino. I volumi monografici dell’Isola Trovata costavano parecchio e non avevano una tiratura adeguata, motivo per cui molti affezionati abbandonarono loro malgrado la saga. Anche gli autori decisero di prendersi una pausa di riflessione per dedicarsi ad altri lavori.

Ken Parker serie oro e Ken Parker magazine: il periodo della Parker editore.

Lo spirito di Lungo fucile ribolliva sia in Berardi e Milazzo che nei lettori, che – caso insolito nella storia del fumetto – avevano chiuso una serie che in realtà era ancora amatissima. In compenso, nel frattempo, Berardi e Milazzo ottennero da Bonelli i diritti sull’opera e fondarono una loro casa editrice.
Sul finire degli anni 80 la Parker editore pubblica “Ken Parker serie oro”, una ristampa dei 59 albi precedentemente pubblicati da Bonelli.
Ken Parker serie oro
La risposta del pubblico è ancora una volta incoraggiante e i due autori/editori cavalcano l’onda fondando “Ken Parker Magazine”, una rivista contenente nuove storie di Ken Parker ma anche di altri autori, con rubriche e approfondimenti, al fine di non incappare nelle difficoltà logistiche già patite ai tempi di Bonelli con un albo fatto solo di tavole.
L’atroce preoccupazione dei loro sostenitori è:
riusciranno questa volta a rispettare la periodicità mensile imposta dall’editoria italiana?
Dubbi che anche Berardi e Milazzo si pongono. Milazzo decide di affidarsi a uno staff di giovani disegnatori che lavoreranno sotto la sua diretta supervisione. Le storie inoltre sono tendenzialmente più brevi. Eppure, nonostante le accortezze, la periodicità va incontro agli ennesimi ritardi e in una sorta di deja-vu saltuariamente diventa bimestrale. Berardi comprende presto dove si sarebbe andati a parare e percepisce il malcontento del suo pubblico, pertanto ricorre a un espediente narrativo: manda Ken, per così dire, “in pensione”. Sfoggiando le qualità di scrittore del personaggio, è lui in prima persona a raccontare, in una sorta di flashback narrativo, le sue avventure e la sua storia, partendo dall’infanzia. Ciò consente di avere un flusso narrativo costante e una maggiore rapidità nella stesura delle sceneggiature.

Il ritorno alla casa editrice Bonelli e la chiusura della serie

Tuttavia, agli impegni di autore, adesso Berardi e Milazzo devono affiancare quelli di editori. Un doppio lavoro che i due artisti non riescono a gestire, così dopo appena 18 numeri, nell’aprile 1994, KPM chiude.
Più di una chiusura però questa volta dovremmo parlare di un cambiamento: il magazine torna a casa Bonelli, con Sergio che occupandosi degli impegni di natura più organizzativa mette in condizione Berardi e Milazzo di creare i contenuti del Magazine.
Il numero 19/20 rappresenta una sorta di “limbo” editoriale, non contiene grossi stravolgimenti grafici, ma preannuncia il cambiamento radicale nel numero 21. Cambia la veste grafica ma cambiano anche i contenuti interni, che oltre alle tavole di Lungo Fucile contengono approfondimenti sugli altri personaggi Bonelli del momento come Dylan Dog o Martin Mystere.
Non si può certo dire che la casa editrice milanese non abbia dato grande fiducia al personaggio. Nuovi disegnatori di punta, fra cui José Ortiz, affiancano Milazzo ai disegni, ma nonostante gli sforzi e un incremento delle vendite, l’operazione è in perdita; al punto da convincere l’editore ad aumentare il prezzo dell’albo di 1000 lire per rientrare dei costi. Questa è la conferma, come spesso succede, che le cose non vanno più molto bene e con il numero 36 KPM chiude.
Nel 1996, l’uscita in edicola del semestrale Ken Parker speciale e delle ristampe Ken Parker collezione (Bonelli non è uno che si da per vinto), non fa che confermare il trend negativo.
Berardi ringrazia l’editore per la fiducia – il quale dal canto suo pare volesse continuare nonostante la serie fosse in perdita – ma non intende più proseguire. Nel rispetto di editore, pubblico e del personaggio che ha creato ed ama come un figlio.

Ken Parker oggi

Ken Parker Mondadori
Negli anni 2000 il genere a fumetto western è considerato vetusto, soppiantato dall’interesse per altre forme di narrativa a fumetti (manga, supereroi). Saltuariamente, Panini Comics (I classici del fumetto di Repubblica) e Mondadori ripropongono le vecchie storie in nuove ristampe, graficamente in linea con i tempi. In particolare, nel 2014, Mondadori ha pubblicato una collana di 50 volumi molto amata dai collezionisti, con tutte le storie di Berardi e Milazzo. Il target non era tanto un nuovo pubblico di lettori, ma quello dei nostalgici che negli anni 70 e 80, da bambini, avevano amato Lungo Fucile.

Caratteristiche del personaggio

Kenneth Parker è nato nel Wyoming nel 1844, e svolge il mestiere di cacciatore di pellicce. L’infanzia è rovinata da un fatto spiacevole, l’assassinio di suo fratello Bill. Mosso da sete di giustizia, Ken si arruola negli scout per dare la caccia a chi ha compiuto il crimine.
La sua vita è sconvolta da altre due tragedie, finisce e in carcere e rimane vedovo, perché la sua consorte indiana Tecumseh viene assassinata.
Sebbene il teatro dove si svolgono le avventure di Lungo Fucile sia il Far West, egli è una figura in contrapposizione con il cowboy eroico di stampo classico, raccontato da Bonelli in Tex. Ken arriva perfino a provare empatia nei confronti dei pellerossa e ha sentimenti umani e moderni, inusuali per un uomo nato a metà dell’800. Berardi e Milazzo hanno raffigurato un antieroe malinconico, soggiogato dall’arrembante progresso, incatenato a un mondo che si sta trasformando sotto i suoi occhi. Ansie e paure che negli anni 80 iniziavano ad affiorare anche nei lettori, sospesi fra il passato e la rivoluzione tecnologica che di li a poco avrebbe sconvolto le nostre abitudini. La forte componente nostalgica, la fusione con la natura e il legame con il regno animale, rendono Ken una figura a parte da quella del cowboy. Le donne che incontra sul suo cammino hanno una forza interiore e una personalità che le avvicina alle moderne eroine più che alle comparse femminili di Tex. Se pensiamo che nei western la figura femminile era dipinta come un trofeo o come un nemico, questa è un grande rivoluzione attuata da Berardi e Milazzo.

Gli Autori di Ken Parker

Giancarlo Berardi nasce a Genova nel 1949. Conosce Ivo Milazzo sui banchi di scuola del liceo magistrale e dalla loro amicizia sboccia un sodalizio artistico che lascerà il segno nel fumetto italiano.
I suoi primi lavori come sceneggiatore sono fuori dall’Italia, in Francia, per Tarzan. Negli anni 70 inizia una collaborazione con la rivista contenitore Sorry e con l’editore Gino Sansoni (Horror) ma soprattutto con Mondadori (scriverà qualche sceneggiatura per Topolino), Astorina (Diabolik) e Cenisio (Il cavaliere sconosciuto, Big Tom, Silvestro e Titti).
L’esordio per l’editore Bonelli avviene nel 1973, sulla collana Rodeo, per cui scriverà le storie Wyatt Dole e Terra maledetta.
Nel 77 esce Ken Parker, che Berardi aveva in cantiere già dal 1974.
Con la conclusione dell’epopea il duo Berardi Milazzo si scinde e lo sceneggiature prosegue la sua carriera con Bonelli, scrive Oklahoma per Tex e inventa il personaggio di Julia. Bonelli le dedica un’intera testata, segno della stima sconfinata verso lo scrittore ligure.
Ivo Milazzo nasce ad Alessandria nel 1947 e si trasferisce presto in Liguria. Conosce Giancarlo Berardi sui banchi di scuola e i due percorrono insieme le tappe di un cammino artistico che culminerà con l’approdo in Bonelli.
Si forma artisticamente con la scuola ligure di Chendi e Bottaro, artisti di punta di Mondadori per Disney, ma ben presto il suo lavoro si focalizza sul genere d’avventura e nello specifico Western.
Al termine del sodalizio con Berardi, Milazzo continua a disegnare ancora per Bonelli, sulle testate di Tex e Nick Raider. Ma soprattutto per la nuova serie Magico Vento.
Lo stile di Milazzo è unico e influenzato dall’arte di autori come Hugo Pratt e Milton Caniff. L’uso magistrale dell’acquerello ha contribuito a rendere Ken Parker un fumetto d’autore.

Personaggi comprimari

Le storie della serie sono autoconclusive e non hanno personaggi che ricorrono puntualmente in ogni numero. Esiste qualche eccezione, ma per lo più nemici e spalle di Ken fanno una sola comparsa. Altri, non molti, tornano con maggiore frequenza.
Fra questi ricordiamo:
Donald Welsh, apparso sui numeri 4,7 e 8, è un criminale il cui scopo è quello di minare l’equilibrio fra indiani e bianchi. Fa una brutta fine, perendo in un duello con Ken.
Pat O’Shane, un ragazzino vivace e simpatico che accompagna per un po’ Ken nelle sue avventure. Anche lui ha perso il fratello. Lo troviamo sui numeri 12, 13, 14, 15.
Teddy Parker. Il figlio adottivo di Ken. Vive a Boston, insieme a Belle Mckeever, amica di Ken che se ne prende cura. Lo incontriamo nei numeri 5, 54, 58 e poi su Ken Parker Magazine.
Belle Mckeever. Grande amica di Ken, sposa un pellerossa, fa un figlio con lui e cambia vita andando a vivere insieme alla sua tribù. Alla sua morte si trasferisce a Boston dove si risposa.
Dashiel Fox, compagno di vecchia data di Ken, commilitone ai tempi degli scout. Compare nei primi numeri della serie e poi sul 40. E’un amico fedele, anche se un po’ intollerante all’acqua e alla pulizia in generale.
dashiell fox
Bill Parker, di lui sentiamo spesso parlare, la sua presenza aleggia come un fantasma sulla narrazione: è il fratellino assassinato nel numero 1, che innesca un cambiamento spirituale nel nostro eroe.
Fanny Reid, una delle donne dal carattere complesso e intrigante dipinte da Berardi e Milazzo. Cacciatrice di taglie, nemica di lungo fucile, di cui agogna lo scalpo, ma al contempo ne è affascinata. Uccide Alec Browne. Compare sui numeri 1, 3, 4, 5, 21, 22, 23 di Ken Parker Magazine.
Alec Browne, presente nei numeri 54, 55, 56, 58, 59 di chiusura della serie, è l’investigatore che segue il caso Parker, accusato di aver ucciso un agente. Muore nel numero 5 del magazine per mano di Fanny Reid.

Fumetti Ken Parker: valutazione e prezzi

Per quanto concerne il valore economico nel settore del collezionismo, ad oggi non risultano esserci serie di particolare pregio. Volendo vedere nel dettaglio qualche numero:
La prima serie, i 59 numeri usciti fra il 1977 e il 1983, ha una valutazione di circa 70 euro. Mentre la quotazione della Ken Parker Magazine 1-36 è più o meno di 50 euro.
I 4 volumi Ken Parker speciale hanno un valore di 3 euro ciascuno. Più quotata è la recente ristampa Mondadori da 50 volumi, una raccolta che per la sua pregevole fattura ha una quotazione di 150 euro.
In generale si tratta quindi di fumetti che continuano ad avere un mercato fra i lettori e meno fra i collezionisti.

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