Nel ventennio compreso fra gli anni 60 e 80, la casa editrice Corno fu assai prolifica in ambito fumettistico. Se per quanto concerne i supereroi il merito principale fu di fatto quello di aver importato i personaggi Marvel dall’America in Italia, nel genere nero, poliziesco e avventuroso produsse numerosi inediti. Alcuni ebbero enorme successo, come Kriminal o Satanik, ad altri toccò gloria breve (Milord, Rio bravo, El Gringo). Max Bunker ebbe un ruolo chiave nella realizzazione di soggetti e sceneggiature, rivelandosi autore capace di spaziare fra atmosfere cupe e osé come in Kriminal e altre più goliardiche, in Alan Ford. ideò, fra le altre, Daniel, serie di 30 numeri disegnata da Frank Verola che esordì nel 1975 e chiuse nel 78. In questo articolo ci occuperemo della sua storia editoriale, della trama e della valutazione che ha oggi nel collezionismo.
Daniel fumetto: trama
La narrazione è incentrata sullo scambio d’identità. Il protagonista che da il nome alla serie, il tenente Daniel Kendrew, in realtà è già morto durante il primo episodio in un incendio divampato in una clinica di chirurgia plastica. Fra gli ospiti c’era un ex galeotto di nome William Hicok, che in passato Daniel aveva aiutato a scampare alla sedia elettrica. Hicok stava per sottoporsi a un intervento chirurgico al volto ma per un bizzarro caso del destino, in seguito all’incendio, ha assunto i connotati facciali del defunto Daniel, completando piano piano una trasformazione definitiva. Nell’arco della narrazione il nuovo Daniel muta anche nel carattere e diventa, come Daniel, un poco di buono. Bunker rimane fedele allo stile vincente e ammirato nei precedenti lavori per La Editoriale Corno, tracciando profili di personaggi che non esitano a uccidere e a giustiziare autonomamente i propri nemici.
Daniel Corno: storia editoriale
La storia editoriale è un po’ scarna: i 30 numeri sono stati pubblicati fra il 1975 e il 1978, in un periodo non troppo felice per la casa editrice. A differenza di Alan Ford, che si riprese alla grande da un debutto stentato, Daniel inizia in sordina e chiude senza troppi alti e bassi. Negli ultimi numeri cambia anche il disegnatore. La cronologia:
L’uomo del braccio della morte.
A viso scoperto.
Una coppa al cianuro.
Quel soffio dall’aldilà.
12 rose per morire.
Political.
Azione micidiale.
Lo strangolatore di mezzanotte.
Digressione per un’indagine.
Trappola a ragnatela.
Boomerang.
Una maledizione chiamata droga.
Angoscia per Tony.
Terrore in autostrada.
L’uomo dal calibro 22.
44 magnum.
Riscatto a doppia lama.
Il ritorno di Kriminal.
Caccia a Kriminal.
Natale insanguinato.
La morte aleggia sulla neve.
Gioco perverso.
Il manoscritto che gronda di sangue.
Il ritratto di lady X.
La lettera ypsilon.
Un torbido piano.
Lotta a Mr. Ypsilon.
Il reduce dal Viet-nam.
Intrigo a sorpresa.
Estrema decisione.
Nel 1992 Bunker ristampa Daniel con copertine diverse per 15 numeri, introducendo anche alcuni inediti. Il tentativo non va a buon fine. Alcune vignette delle vignette vennero ritagliate ai bordi, pare, per allinearsi al nuovo formato Bonelli e le scelte narrative non convinsero a pieno i lettori. Un anno dopo quindi anche questa seconda serie terminò.
Gli incontri con Kriminal e Alan Ford
Max Bunker ha creato i suoi piccoli universi fantastici e li ha anche dotati di “passaggi segreti”: servendosi di escamotage brillanti e divertenti, l’autore ha fatto incontrare i suoi personaggi. Così, in Daniel 19 e 20, ritroviamo Kriminal, risvegliatosi da un coma profondo (era entrato in coma in Kriminal 400), ospite di un fumetto che non gli appartiene. Allo stesso modo Daniel sconfina nel mondo di Alan Ford e compare nel numero 150, quando viene anche un po’ sbeffeggiato per il suo ruolo un personaggio “minore”.
Daniel, valutazione adesivi e collezionismo
Anche nel mondo del collezionismo, rispetto ai suoi colleghi Kriminal e Satanik, il personaggio non gode di particolare attrattiva. La valutazione della serie completa è di circa 80 euro. Sottinteso che le condizioni degli albi devono almeno essere ottime. Il numero 1 e il numero 12 contengono al loro interno gli adesivi. Potremmo definirli i due numeri chiave, giacché non ci sono numeri particolarmente ostici.