Moebius: vita, stile e opere più rare

25 Luglio 2023

Jean Giraud, in arte Gir prima e Moebius poi. Se non conoscete questo personaggio, buona parte della storia del fumetto vi è sconosciuta. Nessuno come lui, ha influenzato il genere fantastico e fantascientifico e chi lo ha seguito ha dovuto per forza di cose fare i conti con la strada da lui tracciata.
Jean Giraud nasce in Francia, nei dintorni di Parigi, nel 1938 e dopo una poco entusiasmante carriera scolastica approda alla scuola di arte applicate segnando così il suo futuro. Dopo anni di apprendistato, nel 1963 inizia con la pubblicazione di Fort Navajo la serie del tenente Blueberry, una serie western firmata con il nome Gir. Le fattezze del personaggio principale sono riprese da Jean Paul Belmondo, ma la caratteristica che da subito balza agli occhi e che appassionerà migliaia di lettori sono sia la precisione storica degli avvenimenti che la cura del dettaglio grafico, in cui si inizia a vedere quello che sarà il suo percorso. Un sapiente uso del tratteggio, a volte con precisione maniacale, i grandi spazi desertici, le nubi all’orizzonte che delimitano lo spazio narrativo, questo è il palcoscenico in cui si svolgono le avventure del tenente, avventure che si svolgono fino al 1974 per 26 volumi.

1974, Moebius fonda Les Humanoides Associes

Ma il vero momento di svolta avviene nel 1974, quando insieme ai fumettisti Philippe Druillet, Jean-Pierre Dionnet e Bernard Faskas fonda il gruppo degli Humanoides Associés che un anno dopo irrompe in edicola con Métal Hurlant, la rivista del fumetto di fantascienza che vedremo anche in Italia per soli dodici numeri. Sulle pagine di Metal Hurlant, Moebius inizia a farsi conoscere prima con “Il fallico folle”, che narra la storia surreale di un uomo colto da una gigantesca erezione, quindi con una delle pietre miliari del fumetto, quel capolavoro assoluto che è “Il garage ermetico di Jerry Cornelius”, opera in cui Moebius riscrive la storia della sceneggiatura, imponendosi di risolvere il mese seguente tutti gli interrogativi lasciati aperti nel capitolo precedente. Ne è venuto fuori così un capolavoro privo di sceneggiatura originaria, dove solo nelle ultime quindici pagine Moebius dà una spiegazione e una risoluzione a quanto narrato fino a quel punto.
Moebius Garage Hermetique

Arzach

Sempre su Metal Hurlant iniziano ad apparire le avventure di “Arzach”, storie prive di testo scritto in cui volutamente Moebius cambia il nome del personaggio in Harzak, Arzak e così via. Cavalcando uno pterodattilo, Arzach sorvola mondi sconosciuti e pericolosi, è testimone di battaglie cruenti, combatte lui stesso enormi esseri alieni, divenendo nel tempo uno dei personaggi più amati tanto che, quando si aveva la fortuna di poter avvicinare Moebius in persona e chiedergli un disegno, lui sempre regalava al fortunato un Arzach da collezione.

Moebius e Jodorowsky: Incal e Artigli d’angelo

Nel 1981 i sentieri di Moebius si incrociano con quelli del poliedrico visionario Alejandro Jodorowsky e insieme danno vita alla saga dell’Incal che vede la sua prima luce su Metal Hurlant con il titolo di “Un’avventura di John Difool”, ribattezzato Incal nella prima ristampa del 1988. Sono sei i volumi che completano la saga: L’Incal nero, L’Incal luce, Ciò che è in alto, Ciò che è in basso, La quinta essenza 1: Galassia che medita e La quinta essenza 2: Il pianeta Difool. Ora tutti questi volumi sono in vendita in un tomo unico (20.8 x 27.4 x 4.2, 432 pagine, copertina cartonata, Mondadori).
Per gli amanti del genere abbiamo anche un’escursione nel campo dell’erotismo con Moebius proibito, Artigli d’angelo (21 x 30, 80 pagine bianco e nero, Npe) in cui Jodorowsky (chi altri sennò) racconta la sofferta vicenda di una ragazza alla ricerca della propria identità sessuale, passando attraverso perversioni di ogni genere.

Moebius: uno stile essenziale

the long tomorrow
Da un punto di vista puramente grafico, lo stile di Moebius è passato dalla grafica dettagliata del tenente Blueberry alla sintesi del segno che caratterizzerà tutta la sua fase più feconda di artista. Nessuno, come Moebius, è stato capace di trasmettere emozioni e descrivere sentimenti con così pochi tratti. Sembra quasi che andando avanti nel tempo e acquisendo maturità artistica e pittorica, Moebius sia riuscito a lasciare per strada il superfluo, concentrandosi sull’essenza del tratto. È questa la vera rivoluzione che Moebius ha lasciato nel mondo del fumetto.

I rapporti con il cinema

Una mente creativa del genere non poteva lasciare indifferente il mondo del cinema. Dalla storia “The long tomorrow”, dalle sue distociche atmosfere, Ridley Scott farà accendere la fiammella creativa che porterà alla realizzazione di quel capolavoro della fantascienza che è Blade Runner. E successivamente Moebius e Scott lavoreranno a stretto contatto per la realizzazione di Alien (1979). C’è la mano di Moebius anche in Tron (1982), ne Il quinto elemento di Luc Besson (1997) mentre purtroppo non ha mai visto la luce Dune di Jodorowsky (da non confondere con quello di David Linch del 1984), una monumentale opera per cui Moebius ha disegnato degli storyboard di cui si dice, come nelle leggende, essere di una qualità mai vista.

Moebius: valutazione e opere più rare

Moebius 1/2 early Moebius
Tornando al reale, Moebius ha realizzato un numero incalcolabile di lavori, storie, vignette e album che oggi sul mercato hanno un valore non indifferente. Molto ricercato è Moebius 1/2 per esempio, una raccolta delle prime storie di Moebius. I prezzi sul mercato sono saliti parecchio negli ultimi anni. Così come ha oggi alte valutazioni una delle opere più curiose e significative: “40 days on the desert B” (1999). Questo titolo curioso in realtà è un suono, è onomatopeico. “Desert B” in francese si pronuncia “deserbe” che potremmo tradurre in “diserbare”. Erano i giorni in cui Moebius aveva deciso di finire la sua esperienza con le droghe leggere, la marijuana in particolare e riprende nel titolo i 40 giorni del profeta abramitico Gesù (o Isa) che si dice abbia passato nel deserto digiunando per resistere alle tentazioni. Non è andata esattamente così a Moebius che comunque coltiverà il suo vizietto fino al 65° compleanno come da lui dichiarato. Nonostante le buone intenzioni rimaranno sulla carta, a noi rimane un album strepitoso, in cui Moebius in 70 tavole in bianco e nero riassume tutto il suo mondo interiore di demoni, luminosi deserti, visioni oniriche e un vissuto fantastico che non ha uguali. Trovare oggi un volume della prima edizione a un prezzo accessibile è un’impresa fuori dal comune. Se vi volete cimentare nella ricerca, vi diciamo che la copertina della prima edizione ha una figura su un doppio fondale sui toni marroni, la seconda vede un arciere con tonaca rossa in un deserto color nocciola e cielo celeste, mentre la terza ha due figure in bianco e nero su un fondale scuro. Buona caccia!
40 giorni nel deserto Moebius

Vendita e acquisto delle opere di Moebius

Le Original Art di questo artista, soprattutto dopo la sua morte, hanno incrementato il loro valore in maniera esponenziale. La valutazione di una cover originale può avere una quotazione di diverse decine di migliaia di euro, in base a molteplici fattori che abbiamo approfondito sul nostro articolo dedicato alle tavole originali.
Prezzi decisamente più abbordabili hanno le tavole interne. Sketch, commissioni o serigrafie sono invece un’alternativa molto economica per avere in collezione un’opera del maestro, anche ad un centinaio di euro. Certo, naturalmente si tratta di due investimenti completamente differenti!

Articoli correlati

Il personaggio di Braccio di Ferro nasce nel 1929 dal genio creativo di Elzie Crisler Segar, autore statunitense che nel 1919 aveva inaugurato il suo “Thimble Theater” (Il piccolo teatro) nelle daily strips. Il forzuto...
La classifica dei 18 disegni originali dal valore più alto venduti su Heritage, la celebre casa d’asta americana In questo sito parliamo spesso di original art e tavole originali e chi mi segue saprà già...
Jeff Arnold è un fumetto di genere western ideato dall’inglese Frank Humphris nel 1950 e pubblicato in Italia su Il giorno dei ragazzi (1957-1964) e sull’omonima testa dalla casa editrice Dardo (1963). In quegli anni...