Nel 1935, a due anni di distanza dal primo numero de “Il Monello“, nasce Intrepido (da non confondere con L’intrepido di Picco & Toselli), edito dalla casa editrice Moderna. Un testata che ha esordito negli anni 30 ma che ha accompagnato almeno tre generazioni di lettori nel corso del 900, fino agli anni 90. In questo articolo ci lanceremo alla sua riscoperta, ne ripercorreremo la storia e cercheremo di capire che valutazione ha oggi fra i collezionisti, sia nel formato giornale che in quello libretto.
Storia editoriale dell’Intrepido, editrice Universo
I fratelli Alceo, Domenico e Cino Del Duca fondano l’Intrepido nel 1935. Già nel febbraio di quell’anno era comparso su Il Monello il primo invito ad acquistare la nuova testata “gemella” di casa Moderna. Il settimanale pubblica inizialmente soltanto autori italiani, con storie indirizzate a un pubblico di giovanissimi lettori, anzi di lettrici, a giudicare dal consenso che riscuoteva fra le ragazze. Durante quel primo anno escono in edicola 42 numeri. Nel 1936 prosegue la sua avventura sotto la guida di due fratelli soltanto: Cino Del Duca si allontana provvisoriamente da Alceo e Domenico, che fondano una nuova casa editrice: editoriale Universo.
Nel 1939 i due editori decidono di sospendere la pubblicazione de Il Monello e lasciano confluire tutte le storie già iniziate sull’Intrepido.
Durante la seconda guerra mondiale, nel 1942, anche L’Intrepido viene sospeso per riprendere la pubblicazione nel 1945, con una novità: usciranno due diversi “Intrepidi”, uno a Roma, a partire dal 21 aprile e uno a Milano, il 23 agosto. Le vendite non andranno molto bene, ma Alceo e Domenico potevano contare anche su un’altra testata di successo, Grand Hotel, destinata a un pubblico più vasto e che garantiva loro ottimi introiti.
Il dopoguerra e il cambio di formato, da giornale a libretto
Sono anni bui quelli del Dopoguerra, le bombe non hanno ridotto in macerie soltanto edifici e strade, ma anche le speranze di tanti bambini italiani. Il paese era appena stato liberato e noi possiamo soltanto immaginare quanto fosse complicato per gli editori dell’epoca ripartire e far accettare il fumetto comico e leggero nelle case di chi aveva perso tutto, anche la voglia di ridere e di divertirsi. In questa Italia che però non aveva ancora perso la speranza e il sogno di un domani felice, i fumetti potevano ancora, nel loro piccolo, portare un barlume di serenità. Nel 1947 la testata, precedentemente divisa fra nord e sud, si riunifica in un unico prodotto editoriale distribuito in tutto il paese. Per incentivare ulteriormente l’acquisto, nel 1949 viene allegato in omaggio al libretto il numero 1 di Forza John, nel formato striscia. La sensazione però è che sia necessario adeguarsi ai nuovi formati imposti dall’editoria e dalle esigenze del lettore: il giornale non attira più i bambini, non è pratico, la carta tende a sfaldarsi e se anche Topolino nel 1949 si trasforma in libretto è chiaro che bisogna cambiare veste: Nel 1951 l’intrepido diventa libretto. Le dimensioni sono tascabili, vengono introdotti nuovi personaggi e nuove storie: Bufalo Bill, Cuore Garibaldino, Liberty Kid, Chioma D’oro e molti altri. In omaggio, sono allegate le strisce di Rocky Rider.
Dagli anni 60 fino agli anni 90
Nel 1963 si ripresenta in un nuovo formato albo-rivista più consono ai tempi, prima di dimensioni ridotte e successivamente un po’ più grande. In quegli anni cambiano anche le preferenze del pubblico e i costumi. Per questo, nel 1964, muta drasticamente l’impostazione editoriale dell’opera, che propone nuove storie autoconclusive e l’introduzione di numerose rubriche musicali e sportive volte a coinvolgere una platea un po’ più adulta, di adolescenti e non soltanto di bambini. Anche i personaggi si adeguano ai tempi: vengono presentati Billy Bis e Lone Wolf. Negli anni 80 la tendenza si dimostra coerente nell’assecondare i gusti dei giovani adulti e gli eroi dello sport diventano sempre più protagonisti: celebri sono le copertine di quegli anni dove campeggiano i campioni dello sport, principalmente del calcio o del ciclismo. Nasce così “Intrepido Sport”, pubblicato fino al 1992. Gli ultimi 5 anni di esistenza non rendono giustizia alla storia e alla grandezza del periodico. Nel 1995 fanno la loro comparsa anche le “raccolte”, 3 numeri consecutivi venduti insieme. L’addio è spietato: nemmeno una parola sull’ultimo numero, per avvisare i (pochi) affezionati lettori rimasti, che la settimana successiva non avrebbero trovato il loro giornalino preferito in edicola. Non si ferma invece la raccolta “Intrepido Classic”, iniziata nel 1992, che conteneva in volumi mensili di circa 200 pagine, le storiche avventure. Questa raccolta si è protratta fino a qualche anno fa per 117 volumi, ma negli ultimi anni aveva una tiratura limitata e non era più venduta in edicola.
Gli albi dell’Intrepido
Parallelamente con l’uscita in edicola della serie regolare, già a partire dal 1937 con l’albo dal titolo “Il tenente della legione”, si apre la stagione de “Gli albi dell’Intrepido”, un supplemento che costituirà quasi una serie a parte, per ben 1610 uscite. Dapprima in formato variabile (prevalentemente orizzontale), poi orizzontale e poi dal 298 del 1951 in formato verticale.
L’intrepido fumetto: valore della collezione completa
Trovare una collezione completa è molto difficile ma ancor più difficile è trovare qualcuno che vuole comprare una collezione completa. Mai come in questo caso, l’espressione “letteratura dimentica” fu più indicata. I giornali anteguerra, gli albi, gli allegati, ma anche i libretti anni 50 sono belli, anzi bellissimi, una vera e propria macchina del tempo per rivivere la quotidianità, le bellezze e i sogni dell’Italia del 900. Le emozioni che ci travolgono, mentre leggiamo queste avventure, non hanno prezzo; ma perdonate il cinismo, presentatemi qualcuno che quantifica in “migliaia di euro” l’emozione di leggere fumetti vecchi. Non dico che non ci sia: però gli appassionati incalliti forse desiderano solo acquistare qualche albo per completare la propria raccolta.
Una collezione di oltre 3000 pezzi può avere, sulla carta, una valutazione importante, ma non la venderete mai. Se non avete grosse velleità potete rivolgervi a un rivenditore, ma non guardate Ebay e affini, nemmeno lontanamente vi avvicinerete alle cifre che leggerete su quel sito: gli annunci li presenti fra un po’ di tempo diventeranno vintage come gli intrepidi in vendita. Il consiglio che vi do è invece di provare a vendere le singole annate complete, in particolare le prime, che sono quelle che meglio hanno resistito all’appiattimento culturale moderno. In questo modo anche il prezzo richiesto può andare incontro al lettore medio e non dovrete aspettare che Elon Musk si svegli una mattina decidendo di iniziare a collezionare l’Intrepido. I singoli albi, degli anni 30 e 40, possono suscitare un interesse anche maggiore rispetto alla collezione regolare. A comandare sono però le condizioni: condizioni precarie, o peggio ancora serie rilegate, sono un grosso deterrente per i papabili acquirenti.
Personaggi del fumetto l’intrepido
In questo articolo abbiamo già accennato ad alcuni dei nomi che hanno portato lustro alla testata. Fra gli autori e i disegnatori italiani citiamo:
Luigi Grecchi, Antonino Mancuso, Corrado Zucca, Carlo Cossio, Vittorio Cossio, Loredano Ugolini, Erio Nicolò, Antonio Toldo, Raffaele Paparella, Giorgio Scudellari, Lina Buffolente e anche Galep. Soltanto alcuni fra i personaggi più celebri:
Forza John (Grecchi – Nicolò), Rocky Rider (Grecchi – Uggeri), Chiomadoro, Narciso Putiferio, Roland Eagle (Grecchi – Corbella), Bufalo Bill (Non Buffalo!), Liberty Kid (Buffolente), Pedrito el Drito (Terenghi), , il principe Azzurro (Del Duca – Salemme), Dick L’intrepido di Cappadonia (che potrebbe anche aver dato il nome alla testata), Cuore Garibaldino (Sauro – Vichi), Superbone (Mancuso – Nicolò), Il cavaliere ideale (Mancuso – Mairani).
Saltuariamente L’Intrepido ha pubblicato anche personaggi stranieri, come Cino e Franco o Tarzan.