Fumetti rilegati: ecco un ottimo modo per devastare un fumetto, sia nella sua intrinseca bellezza quanto per il suo valore economico
Il 900 è stato un secolo molto travagliato: Le due guerre mondiali, le pandemie, le carestie e la pratica di far rilegare i fumetti.
Purtroppo, per motivi che oggi sono incomprensibili alla quasi totalità dei collezionisti di fumetti, i bambini cresciuti a pane e fumetti negli anni 30, 40, 50 e 60 del secolo scorso avevano il terribile vizio di far rilegare i fumetti. E, cosa ancor più devastante almeno per il sottoscritto, in particolare i fumetti Disney.
Probabilmente non era nemmeno colpa dei bambini, che bontà loro a 10 anni questi fumetti forse volevano soltanto leggerli, ma di qualche adulto particolarmente zelante che un bel giorno si svegliava e non avendo niente di meglio da fare, pensava fra se: “Oggi è davvero una bella giornata! Perché non andare a far rilegare dei fumetti?”
Potendo tornare un attimo nel passato, in quel preciso momento, a bordo della mia delorian, gli risponderei:
“amico mio, per non farti odiare da chi li ritroverà fra 70 anni!”
Quindi, se avete aperto questa pagina cercando informazioni o tecniche per rilegare fumetti, l’unica informazione che mi sento di darvi è: non fatelo!
Infatti i fumetti rilegati oggi sono decisamente invisi a tutti i collezionisti di fumetti e di conseguenza anche a chi i fumetti cerca di venderli.
Chi non è particolarmente dentro al “mondo” del fumetto e si ritrova per le mani una collezione di topolino rilegato, probabilmente non immagina nemmeno che questo dettaglio inficia sul valore di vendita approssimativamente per l’80%. E probabilmente tenterà di venderla sommando il valore dei singoli giornali. E’ la fine per il collezionista interessato all’acquisto, che non solo sarà amareggiato per via dello spreco, ma dovrà pure convincere l’ignaro proprietario di turno (il quale a sua volta si sentirà preso in giro) che il valore di ciò che vende si è abbassato del 70/80 %.
Si tratta senz’altro di stime non precisissime, ma il punto è che oggi i fumetti rilegati si vende con estrema difficoltà.
Molto spesso i fumetti rilegati venivano – per così dire – “impreziositi” da un bel librone con dei piatti serissimi che li conteneva ordinatamente tutti. Apparentemente la trasformazione da fumetto in libro conferiva un aspetto più nobile e austero al prodotto, inoltre si riteneva che i fumetti così conservati si mantenessero più puliti e senza pieghe.
Peccato che la legatura veniva effettuata sacrificando tutti i dorsi e che una volta eseguita non esiste più il modo di tornare indietro.
Infatti, nel caso in cui voi decidiate di sciogliere dalla legatura gli albi, fareste probabilmente una catastrofe ancor peggiore di chi ha deciso di dar vita all’obbrobrio: gli albi sarebbero senza coste, con porzioni di pagine mancanti e sfilacciate. Personalmente non so cosa sia peggio e non voglio neanche cimentarmi in questa tenzone al disastro peggiore.
Ancora oggi, soprattutto in Italia, qualcuno ritiene che sia una buona idea far rilegare i prodotti editoriali: questo articolo consentirà di salvare qualche povero topolino da questa triste sorte? Se anche solo uno dei nostri mitici topolino Nerbini o Mondadori avrà salva la costa, allora il mio tempo per la redazione del pezzo non sarà stato sprecato!