Il personaggio di Braccio di Ferro nasce nel 1929 dal genio creativo di Elzie Crisler Segar, autore statunitense che nel 1919 aveva inaugurato il suo “Thimble Theater” (Il piccolo teatro) nelle daily strips. Il forzuto marinaio dal braccio marmoreo e lo sguardo un po’ truce, in origine avrebbe dovuto essere niente più che una comparsa all’interno di queste avventure che avevano come principali interpreti Olivia, Poldo (Castor) e Harold, ma l’immediato riscontro di pubblico convinse l’autore a promuoverlo dapprima a presenza fissa e in seguito come assoluto protagonista. Raccontare in un solo articolo Popeye e gli amici che affollano il suo mondo comico e surreale vorrebbe dire, per forza di cose, omettere tanto e rischiare imbarazzanti strafalcioni. Il proposito di soffermarci sul Braccio di Ferro italiano è sicuramente più realistico, anche se pure nel nostro paese la produzione è sterminata – forse anche un po’ dispersiva – e soffermandoci sul collezionismo, le valutazioni e i particolari delle pubblicazioni minori richiederebbero approfondimenti specifici. In questa breve rassegna delle numerose edizioni, accompagnata laddove possibile da valutazioni, troverete solo una minima parte del pubblicato italiano. Per qualsiasi informazioni su valore, vendita o acquisto di fumetti dedicati o correlati a Braccio di Ferro potete contattarmi tramite i miei canali privati.
Popeye e il Thimble Theater
Nel 1919 Elzie Crisler Segar inizia a lavorare per il King Features Syndicate, in sostituzione di Ed Wheelan che nel frattempo aveva lasciato il gruppo. Nello stesso anno crea il Thimble Theater, o Piccolo teatro, una serie a strisce basata sulle avventure / disavventure di un gruppetto di personaggi, che in questa prima fase si chiamavano Poldo (Castor Oyl), Olivia (Olivia Oyl) e Harold Hamgravy, il primo fidanzato di Olivia. Harold avrebbe dovuto sostenere il ruolo principale all’interno della saga, ma il pubblico manifestava un interesse maggiore per Poldo e Olivia, che così divennero i due protagonisti a suo discapito. Ironia della sorte, in una storia del 1929, Hamgravy e Poldo si imbattono in un marinaio di nome Popeye che stravolgerà l’intero apparato del teatro: Hamgravy sparisce dalle storie e dal cuore di Olivia, mentre Popeye diventa il leader incontrastato di tutte le avventure e si fidanza con Olivia: una vera rivoluzione narrativa. Anche la struttura delle storie va incontro ad importanti modifiche, cambia l’ambientazione che passa dall’essere provinciale ad avventurosa e più esotica. Popeye, Olivia e Poldo viaggiano in lungo e in largo, imbattendosi in pirati, manigoldi e pericoli che rendono le storie sempre più avvincenti, pur conservando la verve umoristica del suo autore che è alla base di tutto.
I personaggi
Sguardo guercio, muscoli solidi come il tungsteno, la pipa in bocca e una scorta di spinaci che si rigenerano dal nulla per incrementare la forza quando si trova nei guai. Questo è Popeye, forse uno dei primi antieroi del fumetto, sgraziato e un po’ rude, ma con un cuore d’oro. Non so se è vera la leggenda, che potete leggere su tutti i siti sull’argomento, che vede in Frank “Rocky” Fiegel, concittadino di Segar, il vero Popeye in carne ed ossa, al quale il cartoonist si sarebbe ispirato per la realizzazione del suo personaggio. Come Popeye, anche Fiegel era un marinaio e pur essendo un vero duro voleva molto bene ai bambini, al punto da donar loro le caramelle. La figura di Braccio di ferro è cambiata molto negli anni, la pipa è diventata multi uso e il carattere meno spigoloso, per conquistare i fan più piccoli. La sua forza e gli spinaci però sono l’elemento cardine e costante, che non potranno mai subire modifiche.
Altri personaggi sono:
Olivia e Poldo, due fratelli. La prima, alta e magra è in una relazione complicata e litigiosa con Braccio di Ferro, il secondo è un mangione divoratore di Hamburger e panini, pronto a tutto pur di mettere nello stomaco carboidrati, proteine e dolciumi.
Pisellino è il figlio adottivo di Braccio, introdotto nelle storie nel 1934. Il suo aspetto è quello di un neonato che gattona.
Il cattivo della combriccola è Bluto o Brutus, introdotto nel 1932, è il principale rivale di Popeye. Infatti, anche lui è innamorato di Olivia e ricorre a qualsiasi stratagemma, ovviamente scorretto, per strapparla dalle braccia del suo fidanzato. Le divergenze di opinione fra i due si risolvono spesso in scazzottate: Bluto è quasi sempre un avversario poco impegnativo, ma in alcune storie sembra quasi invincibile e costringe Popeye a far ricorso ad una dose supplementare di spinaci per avere la meglio. In Italia, nei fumetti, viene ribattezzato “Timoteo”.
Popeye ha anche un padre, Trinchetto, che nelle storie di Segar è un anziano amorale che non risparmia scorrettezze per soddisfare le proprie esigenze. In Italia la sua figura è stata ammorbidita ed è banalmente un anziano ubriacone, squattrinato, a caccia dei suoi bicchierini quotidiani.
Infine, Eugenio il Gip (Eugene the Jeep), uno strano animale con poteri paranormali che Olivia regala a Braccio di Ferro, in grado di prevedere gli eventi futuri. Viene trattato alla stregua di un cane, pur non essendolo affatto, e la sua caratteristica principale è quella di dire sempre la verità.
Braccio di Ferro, storia editoriale in Italia
La prima apparizione di Braccio di Ferro in Italia risale al 1935, sul giornale Cine comico 41(registrato fino a quel momento con il titolo di “Bombolo”) della SAEV. Tuttavia l’editore, inconsapevole del tesoro che era riuscito ad importare dagli Stati Uniti, non gli diede mai meritevole risalto, relegandolo fra le pagine interne dei suoi settimanali ricche di storie che oggi sono da molti dimenticate ma per le quali i bambini dell’epoca andavano pazzi. Pure quando le vendite di Cine Comico colarono a picco, l’editore negò al marinaio di Segar la possibilità di provare a salvare la barca, escludendolo del tutto dal giornale a distanza di circa venti numeri dalla sua prima apparizione. Negli anni che precedettero la guerra, Braccio di Ferro comparve in altre testate della casa editrice Saev, fra cui Jumbo e Rin Tin Tin, e con la chiusura delle suddette perfino su Topolino giornale Mondadori, senza mai riuscire ad assurgere al ruolo di protagonista. Soltanto nel 1939 poté guadagnarsi l’onore di una testata con il suo nome.
Ma il successo del personaggio, almeno in Italia e limitandoci ai fumetti, è strettamente legato al nome dell’editore Renato Bianconi che oltre a ristampare le tavole degli Stati Uniti tradotte, ne ha create di originali dando risalto anche a soggetti poco valorizzati da Bud Sagendorf – l’erede artistico di Segar – e altri autori a stelle strisce. Sceneggiatori e disegnatori della editoriale Bianconi / Il Ponte / Metro (tutti marchi dello stesso editore) godevano di un’insolita libertà, che in altre sedi era un lusso riservato a pochi autori di punta, e personalizzarono anche graficamente il fisico e le linee del volto dei protagonisti, dando vita ad un universo Popeye italiano indipendente da quello americano. Anche in tempi recenti Braccio di Ferro continua a godere di un buon appeal, relativamente al degrado drammatico del fumetto nostrano che è ormai argomento di adulti nostalgici più che materia per bambini, e viene ristampato da Cosmo. Non mi soffermerò sulle pubblicazioni posteriori al duemila.
Braccio di Ferro A.P.I Anonima periodici italiani
Il primo numero, lo strano potere del GIP esce nel 1939 e costava 50 lire. Le uscite furono complessivamente tredici, ognuna delle quali conteneva una storia di Popeye americano, talvolta a puntate. Ci sono sempre e soltanto i personaggi del Thimble theater, senza intromissioni e senza rubriche. Ad oggi questa serie completa è abbastanza rara in ottime condizioni, ma si trovano spesso e volentieri i numeri sfusi nei normali siti di compravendita online. Prestate molta attenzione alle condizioni, probabile che albi di quegli anni destinati a un pubblico di giovanissimi siano malconci o scarabocchiati.
Edizioni Giuseppe Vita
Il primo dicembre 1962, Un anno prima che Bianconi acquisisse i diritti sul personaggio, l’editore Giuseppe Vita pubblica la propria testata Braccio di Ferro, destinata a resistere sul mercato italiano per poco più un anno: dopo solo dodici numeri, nel giugno 1963, chiude.
Sono albi abbastanza rari ma non introvabili, la cui valutazione è andata a scemare nel corso del tempo e che oggi potete acquistare a cifre non proibitive.
Braccio di Ferro Bianconi – Metro – Il Ponte
L’editore Renato Bianconi, specializzato in fumetti umoristici, ha pubblicato Braccio di Ferro in Italia per oltre trenta anni, dal 1963 fino al 1994 (dal 94 al 2000 ha proseguito la moglie), distinguendosi dal resto delle altre case editrici per una caratterizzazione dei personaggi originale, innovativa e più gradita al pubblico dei piccoli lettori. Dopo aver acquisito i diritti dagli Stati Uniti, ha rivisitato il Thimble Theatre inserendo nuovi personaggi e dando maggior rilievo a comprimari che negli USA avevano ruoli marginali, come Grissino, ideati nella logica di una singola storia. Nel corso degli anni il Popeye Bianconi ha modificato il suo look, mantenendosi sempre al passo con i tempi: forse è stato proprio questo il segreto della sua longevità.
Da un punto di vista editoriale, la produzione Bianconi su Braccio Di Ferro è la più vasta in Italia, si fa una certa fatica a elencare le testate cronologicamente fra Spin-off, ristampe, albi speciali e supplementi, perché l’editore ne apriva e ne chiudeva di nuove a ritmi quasi nevrotici.
Elenco pubblicazioni Braccio Di ferro Bianconi / Il Ponte / Metro
Serie inedita
da dicembre 1963 a gennaio 1994, suddivisa in 11 annate fino al 1974 per un totale di 224 numeri- Riparte nel 1975 con la serie progressiva fino al 1994 per 593 numeri, per un totale di 817 numeri e sei supplementi. La prima storia Bianconi, apparsa sul numero 1 di dicembre 1963, si intitola “L’isola del gigante” e vi compare anche Grissino. La periodicità è mensile fino al 1968, poi bimestrale.
Ristampa Super Braccio Di Ferro
363 numeri che in ciascun albo ristampano due storie della serie inedita. In vendita nelle nostre edicole mentre la serie principale era regolarmente in corso, con periodicità variabile da trimestrale a mensile.
Popeye
Escono 268 albi, dal luglio 1970 fino al 1990, ripartiti in tre serie. Pubblica ristampe.
Braccio di ferro Story / Braccio story
195 albi, pubblicati fra il 1970 e il 1994: si tratta essenzialmente di ristampe della serie ufficiale. Il titolo cambia a partire dal numero 70 in Braccio Story.
Grissino
Testata Spin off che la edizioni grafiche Metro incentra su George the Giant, personaggio negli Stati Uniti praticamente sconosciuto, apparso negli anni 60 in un albo DELL, amatissimo invece in Italia. A partire dal 1974 escono 16 albi, suddivisi in due annate.
Braccio di Ferro gigante
42 numeri usciti nel triennio 77/80.
Gran Braccio di Ferro
196 numeri nel ventennio 1979/2000.
Varie
Abbiamo anche collane minori che sono alquanto impegnative da completare, a detta degli esperti collezionisti che si sono cimentati: Braccio di ferro ORO gigante (è uscito un solo numero nel 1965, contenente ristampe e inediti), Gran Popeye (1982, 39 albi), Okay Braccio, Braccio & Spinaci (solamente due numeri), Bracciopiù, Tutto Braccio, Braccio mese.
A partire dagli anni 90
Comics di Braccio di ferro (trentasette numeri), Festival (quattordici numeri), Poldo (sei numeri dedicati all’amico mangione di Popeye), Forza Braccio (otto albi), Nuovo Braccio di Ferro (55 numeri, stampa che termina nel 2000).
Attenzione: l’elenco Bianconi non è esaustivo! La produzione Popeye di questa casa editrice è davvero sterminata.
Braccio di ferro Cenisio
Fra il 1988 e il 1990, quando ancora i diritti di Popeye erano appannaggio di Bianconi, Cenisio pubblica dodici albi in una testata che si intitola “Le avventure di Braccio di ferro”. Non si tratta di vere e proprie storie, ma di illustrazioni e gag connesse fra loro da una trama essenziale e un po’ scarna. Era una sorta di albo gioco per i più piccini, perché i disegni andavano colorati, oppure bisognava unire i puntini per rivelare una figura misteriosa. Bizzarro che Cenisio abbia pubblicato questa mini-serie mentre Bianconi continuava a pubblicare la sua.
Comic Art
La Comic Art pubblica nel 1994 dieci albi contenenti le ristampe delle strisce e delle tavole americane di Braccio di ferro. Hanno 132 pagine ciascuno, ad eccezione dell’ultimo che è un numero doppio e comprende il 9 e il 10. In passato la stessa casa editrice aveva pubblicato le strisce di Popeye sulla collana New Comics Now, che raccoglieva in formato grande alcune strisce americane del King Features Syndicate.
Autori di Braccio di Ferro in Italia
Importanti autori si sono cimentati nella realizzazione grafica e testuale dei fumetti di Popeye in Italia, in particolare, un trio di artisti brianzoli formato da Alberico Motta, Sandro Dossi, Pierluigi Sangalli e il romano Tiberio Colantuoni. Questi quattro artisti hanno plasmato un nuovo canone italiano del Thimble theater, che di fatto è quello che oggi tutti noi abbiamo impresso in testa quando pensiamo a Braccio di Ferro, Olivia e Poldo. La nuova veste dei personaggi piacque a tal punto che due storie nostrane arrivarono negli Stati Uniti dove riscossero grande successo, sebbene i lettori americani fossero abituati ad un’immagine più tradizionale.
La mente delle prime sceneggiature inedite dell’irascibile marinaio è Alberico Motta, che giovanissimo aveva esordito per l’editore Alpe ed era passato a scrivere per Bianconi. Dossi, Sangalli e Colantuoni hanno illustrato e ideato nel corso degli anni altri fumetti Bianconi come Geppo, Pinocchio e Bongo. Sangalli ha inoltre disegnato buona parte delle copertine del Braccio di ferro Bianconi.
Il creatore di Popeye: E.C. Segar
Il creatore di questo purissimo e incontaminato universo è E.C. Segar, artista dell’Illinois nato nel 1894. Il primo a intuire le sue potenzialità come cartoonist fu Richard Outcault, autore di Yellow Kid che a metà degli anni dieci lo introdusse nel gruppo del Chicago Herald dove iniziò a lavorare sui fumetti di Charlie Chaplin. In seguito, trasferitosi al Chicago Evening American, creò Looping the Loop. Nel 1919 avviò la sua collaborazione con il King Features Syndicate, per la realizzazione di strisce sui quotidiani. A quel periodo risale l’invenzione del Thimble Theater, che accompagnerà Segar per il resto della sua sfortunatamente breve esistenza, cioè fino al 1938, anno in cui muore.
Sembra che anche durante l’ultimo anno di vita, pur gravemente provato dalla leucemia, abbia continuato a supervisionare la produzione delle strisce di Popeye e in alcuni casi anche a disegnarle di suo pugno. E.C. Segar è stato uno dei pionieri del fumetto moderno, fonte di ispirazione e stima per alcuni fra gli autori più influenti del secolo scorso: Schulz, Karl Barks, Siegel o Robert Crumb, solo per fermarci ai mostri sacri del genere.
Braccio di ferro, valore dei fumetti e numeri rari
In mezzo alla sterminata produzione di fumetti di Popeye in Italia si nascondono alcune chicche molto difficili da trovare, perfino per i collezionisti più tenaci. I primi numeri della serie regolare pubblicati fra il 1963 e il 1964 sono lo scoglio più impervio da superare per chi si approccia al collezionismo della casa editrice lombarda. Sono invece molto comuni e quindi economici tutti i successivi, in particolare quelli degli anni 70.
La serie A.P.I. è composta soltanto da 13 numeri e questo la rende virtualmente più semplice da completare, ma trattandosi di tredici numeri usciti tutti nel periodo anteguerra, è molto difficile trovarli in ottimo stato.
Infine c’è quella prima apparizione su Cine comico / Bombolo, molto rara come tutta la serie giornale, completamente sparita dai ricordi dei moderni.
L’impatto di Popeye sulla nostra cultura
Basterebbe osservare la diffusione di Popeye nel mondo per comprendere l’influenza che ha avuto l’arte di Segar sulla nostra cultura e sul ‘900. La trasposizione del fumetto a cartone animato ha fatto schizzare la sua popolarità alle stelle in ogni angolo di globo e il merchandising – magliette, giocattoli, film (interpretato da Robin Williams), gadget – ha veicolato il suo mito anche in paesi dove l’editoria arranca.
In Italia, la ditta Sperlari ha creato i pupazzi di Olivia e Braccio di ferro, negli Stati Uniti Marx Toys l’ha raffigurato in latta litografata e lo stesso ha fatto Linemar in Giappone. In Regno Unito troviamo invece le automobili Corgi guidate dal marinaio di Segar. Popeye è arrivato perfino nelle nostre tavole per educare i bambini più capricciosi, avversi alle verdure, ad una dieta più sana:“Mangia gli spinaci, così poi diventi forte come Braccio di ferro”. Questo, quando ero piccolo, era il monito di mia nonna. E io gli spinaci li mangiavo per davvero, perché puoi dire no alla nonna ma non a Braccio di Ferro. Peccato solo non averne mangiati abbastanza.