I primi numeri di Topolino libretto, guida al riconoscimento di originali, ristampe e falsi
Se un amico, i social, l’algoritmo di Google o la casualità ti hanno indirizzato verso questa pagina è perché ti trovi in quell’angustio purgatorio fra la beata consapevolezza di possedere i primi numeri originali del fumetto di Topolino e l’abominevole sospetto che essi siano delle ristampe. Proviamo quindi a svincolarci da questo stadio di incertezza per elevarci o sprofondare, ma soprattutto per sapere cosa abbiamo fra le mani.
Quando ci troviamo davanti per la prima volta ad un vecchio Topolino libretto, il fatto che in alto campeggi scritto “Topolino” – “Walt Disney” – “1949” – “numero 1” ci fa sentire a cavallo: basta così, c’è tutto, ho vinto.
Invece no, perché del libretto originale esistono anche le ristampe anastatiche, che di fatto sono “quasi” uguali ai fumetti originali dell’epoca.
“Eh ma ci sarà scritto da qualche parte. Se non leggo niente è originale! Che truffa è?”
Non è sempre così e non è nemmeno una truffa.
In effetti nelle ristampe Moderne autorizzate Corriere / Gazzetta la natura dell’opera è specificata, a caratteri piccoli, da qualche parte.
Ma nelle vecchie ristampe non autorizzate Pichierri Nerbini oppure nei falsi d’autore non c’è scritto niente. E così dovremo dedicare una parte del nostro tempo per stanarle.
Proseguendo nella lettura noterete come in questo articolo io abbia preso in esame solamente i primi dieci numeri del libretto. In realtà di ristampe ne esistono tante altre, almeno fino al numero 80, ma un articolo così lungo non sarebbe stato possibile (voi non l’avreste mai letto, e d’altra parte io non l’avrei mai scritto). Per qualsiasi altro dubbio, parere o vendita, pertanto contattatemi tramite i miei riferimenti che trovate sotto (telefono, whatsapp, mail).
Le ristampe moderne di Topolino: Corriere della sera / Gazzetta / Epierre
Le ristampe moderne RCS (Corriere) e Epierre furono distribuite in anni relativamente recenti, dopo il 2000. Sono facilmente riconoscibili al tatto per via della carta lucida e liscia, che dal vivo lascia poche ombre sulla loro natura. Le copertine sono altresì abbastanza vicine agli originali, colori a parte che sono sempre più sparati degli originali e con gradazioni differenti, ma senza grossi strafalcioni grafici. Nel complesso si tratta di ristampe accettabili per chi desidera metterle in collezione.
Non vi sarà richiesta una specializzazione in fumetti per riconoscerle, per un banalissimo motivo:
Da qualche parte, nell’albo, è sempre riportato che si tratta di ristampe. Nello specifico, trovate l’avvertimento in quarta di copertina per la Epierre del 2002
e in seconda di copertina per il Corriere – Gazzetta.
Quindi, anche se qualcuno volesse intenzionalmente “invecchiare” l’albo, qualora vi trovaste davanti una moderna ristampa vi basterebbe verificare la presenza della dicitura che ne attesta l’edizione.
Le ristampe anni 80 di Topolino Nerbini / Pichierri
Le insidie possono presentarsi quando dietro al presunto Topolino originale si nasconde una ristampa Pichierri Nerbini. Furono distribuite negli anni 80 dall’editore Alfonso Pichierri, che aveva sposato Giuliana Ghignoni, figlia di uno dei collaboratori di Nerbini (il primo a pubblicare il giornale di Topolino nel 1932). Oggi la carta di questi albi, che non presentano da nessuna parte avvertenza di ristampa, ha quindi più di 40 anni e può trarre in inganno, se opportunamente invecchiata o fotografata sotto una luce depistante.
Tuttavia il lavoro di stampa dell’editore fiorentino non fu spiccatamente minuzioso: i colori sono molto più sparati, in alcuni casi (ad esempio il #4) quasi psichedelici, ma soprattutto ogni albo presenta alcuni dettagli che ci permettono un facile confronto a distanza…basta conoscerli!
Confronto fotografico originali / ristampe dei primi 10 numeri di Topolino libretto
Adesso quindi metteremo concretamente a confronto i primi dieci numeri originali di Topolino con le relative ristampe Pichierri / Nerbini e, nei casi più stuzzicanti, anche con quelle moderne del Corriere / Gazzetta / Epierre (cioè quando presentano variazioni curiose).
Vi sarete accorti che manca il primo numero. Non è una dimenticanza, alle differenze fra originali e ristampe del numero 1 di Topolino ho dedicato un articolo intero.
Topolino numero #2 confronto originale / Nerbini
Il registro dei colori delle ristampe è molto più “sparato” rispetto all’originale che è invece più tenue, quasi spento.
Altri particolari:
1) La corona di alloro di Pippo atleta non è di un verde uniforme, ma cambia gradazione, divenendo più scura in prossimità della punta delle foglie.
2) Sull’originale compaiono due striature bianche a margine delle orecchie di Pippo.
3) Deve essere presente lo strillo * 100 pagine 60 lire *.
4) Il ciuffo d’erba verde all’angolo del fumetto, come già visto per la coroncina in alloro, ha due differenti toni di verde. La ristampa Nerbini ha una gradazione di verde più uniforme.
Topolino numero 3, differenze originale – Nerbini
A parte i colori, osserviamo alcune piccole differenze:
1)Lo strillo * 100 pagine 60 lire * è ben visibile sulla canna da pesca di Paperino. Nella ristampa Nerbini, per un difetto di stampa, la E della parola “Lire” non è ben leggibile.
2)Sempre lo stesso strillo nell’originale è di gradazione verdina. Nero nelle ristampe Nerbini.
3)Nella copertina dell’originale numero tre possiamo osservare un difetto di colore sul bordo della manica di Paperino, il cui azzurro sborda lievemente sulla decorazione gialla della giubba. Nelle ristampe lo stacco non ha sbavature.
Differenze originale / Pichierri N. #4
Questa è in assolto una fra le ristampe più atroci dei primi numeri del libretto. Il verde di copertina è quasi un “verde Slimer”, mancano importanti riferimenti tipografici, quali:
1) Il riflesso bianco sulla scarpa di Topolino
2) Sul retro sono completamente assenti le scritte (data, prezzo, costo).
Numero 5: differenze fra edizione originale, Pichierri/Nerbini e Corriere/Gazzetta
Il registro dei colori della ristampa è in generale molto più acceso, in particolare l’azzurro. Ma chi ha qualche difficoltà con i colori, o in caso di albi invecchiati appositamente, possiamo fugare ogni reticenza:
1)il tondino all’interno del naso di Topolino stregone è rosso nell’originale, bianco in ristampa.
2)Il palmo della mano sinistra di Topolino è giallo nell’originale mentre nella ristampa ha una macchia bianca.
3)Anche la ristampa del 2004 presenta in questo caso un difetto evidente in copertina:
il risvolto sul nodo della cinta di Topolino non c’è, lo spazio fra il nodo e la manica è blu come lo sfondo di copertina, mentre nell’originale osserviamo una striscia bianca. In presenza di un Topolino 5 senza laccio bianco quindi non dovete nemmeno fare lo sforzo di aprirlo e verificare.
Numero 6
1)L’originale ha il tondino al centro del naso di Pippo di colore rosso, nella ristampa Nerbini invece è giallo.
2)Nell’originale le orecchie di Pippo sono contornate d’arancione. Nella ristampa Nerbini predomina ancora il giallo, anche abbastanza acceso.
3)La differenza più impattante è il colore della banda al centro del costume di Pippo: rossa nell’originale, nera nella ristampa.
Topolino 7 originale e ristampe anastatiche Nerbini / Corriere
Nel numero 7 le differenze con l’edizione anni 80 Nerbini sono più sottili, ma non mancano.
1)In un numero sette originale la foglia del sommo poeta Topolino è di un verde uniforme, mentre la ristampa presenta una striatura bianca, chiaro difetto di stampa.
2)La piuma, della quale Topolino si serve per scrivere, ha il rachide bianco nell’originale mentre è azzurrina nella ristampa.
3)Possiamo osservare anche una differenza fra l’originale e la ristampa Corriere / Gazzetta: i due ornamenti sul libro che Topolino tiene in mano sono due lunette nere, mentre nell’originale il colore interno è bianco.
Topolino libretto numero 8, differenze fra originali e ristampe Picherri – Corriere
Le ristampe di questo albo sono a malapena accettabili, tutte, inclusa quella del Corriere.
La Pichierri Nerbini degli anni 80 ha i colori troppo accesi, ad esempio il senape dei calzoncini del porcellino diventa praticamente arancione, la giubba del porcellino di spalle che nell’originale è di un azzurro spento, nella ristampa ha un registro brillante, tendente al turchese.
Andando oltre i difetti di gradazione dei colori, uno è il dettaglio che balza all’occhio:
1)La data e il prezzo di copertina sono azzurri in originale, bianchi in ristampa.
2)La giubba di Paperino e interamente azzurra nell’originale, mentre nella ristampa Nerbini ha un’estremità bianca, evidente errore.
Per completezza riporto anche i difetti della ristampa moderna, visibili in quarta di copertina:
2) In quarta di copertina il fronzolo del cappello dell’ultimo porcellino a destra non esiste.
3) Il porcellino di spalle ha la coda mozzata.
Topolino numero nove
Le imprecisioni della ristampa Pichierri Nerbini su questo numero sono perfino troppe, credo sia in assoluto la peggio riuscita fra le ristampe dei primi dieci numeri. Le figure in alcuni tratti non hanno neppure i contorni definiti; i colori sono troppo spinti e guardando le due foto a confronto ravvicinato potrete divertirvi a trovare tante imprecisioni più e meno grossolane. Vi segnalo le più evidenti:
1)Sulla ristampa Nerbini hanno dimenticato di mettere la scritta Walt Disney sopra il nome della testata, regolarmente presente nell’originale.
2)Un pezzo di testa di Topolino è scomparso.
3)Il contorno del braccio destro di Topolino è rosso nell’originale, giallo nella ristampa.
Topolino 10
1) Il numero 1 originale ha la scritta Walt Disney in copertina bianca, mentre nella ristampa Nerbini è gialla.
2) Nell’originale osserviamo alcuni difetti di colorazione sulla mano di Minnie, i cui contorni hanno mancanze di colore. Nell’originale essa è di un giallo uniforme.
3) Il vestitino di Minnie ha i pois rossi nell’originale. Sulla ristampa Nerbini c’è un Pois verde.
Topolino: i falsi e i “Frankenstein”
Tutti gli albi analizzati nei paragrafi precedenti sono ristampe, pubblicate e (teoricamente) vendute senza intenti fraudolenti. E in linea di massima, con i giusti accorgimenti, sono sempre riconoscibili. Tuttavia non sempre è così e l’esperienza ci insegna che in commercio esistono anche tanti falsi. I falsi più complessi da riconoscere sono quei fumetti che combinano parti di una ristampa con un’altra ristampa, o ancor peggio con pezzi di originali: dei Frankenstein.
Un esempio: interni originali, copertina invecchiata Corriere della Sera. Una vera e propria trappola ai danni di ignari acquirenti che senza i giusti strumenti rischiano di cascarci dentro.
Come essere certi di comprare o vendere i fumetti di Topolino originali senza prendere (O DARE) fregature
Recentemente, in uno dei più noti siti d’aste online, sono stati messi in vendita i primi numeri di Topolino. Il venditore era un professionista, specializzato in fumetti, con tanti feedback e le aste hanno raggiunto ottimi risultati. Purtroppo per i malcapitati acquirenti si trattava di ristampe Pichierri Nerbini. Ciò non era dichiarato. I colori in foto potevano trarre in inganno e la carta era invecchiata, ma erano assenti tutte le caratteristiche degli originali che abbiamo elencato.
Vendere come originali fumetti che non lo sono, o non essere trasparenti circa la loro vera natura, è una pratica molto scorretta. Nel caso specifico sono convinto che non ci fosse dolo da parte del venditore: feedback sempre buoni e merce a prezzi onesti, non avrebbe avuto senso rovinarsi la reputazione così. Ciò che penso è che nemmeno lui si sia accorto che fossero ristampe.
Purtroppo casi del genere possono verificarsi, soprattutto ai venditori privati che propongono online qualche ritrovamento “da cantina” o un’eredità.
Gli acquirenti sono responsabili di ciò che comprano, ma i venditori devono esserlo per ciò che vendono: il consiglio che posso darvi quindi è di esseri certi dell’originalità dei vostri pezzi e chiari nei vostri annunci di vendita, ciò vi metterà al riparo da possibili guai.
C’è molta differenza di valore fra un Topolino originale e una ristampa?
Un abisso. Un originale è un pezzo da collezione, una ristampa ha il semplice valore della lettura, di pochi euro.