Ne abbiamo parlato tante volte in questo sito nel corso degli anni, ma un articolo sul Topolino giornale numero 1 ancora non c’era.
Il primo numero di Topolino, che in tanti fanno erroneamente risalire all’aprile 1949, in realtà nasce in maniera ufficiale nel dicembre 1932, nel formato di giornale. L’editore non era Mondadori, men che meno l’attuale Panini, bensì Nerbini. Quindi una testata che pur con lo stesso titolo era assai diversa da quella classica formato libretto.
La storia del Topolino giornale Nerbini potete approfondirla cliccando qui, in questa pagina ci occuperemo nello specifico del primo numero assoluto, della sua storia, delle caratteristiche che differenziano una copia originale da una ristampa. Proveremo a scoprire il suo valore fra i collezionisti basandoci sulle vendite (pubbliche e private) e capiremo qual è il miglior modo per venderlo (o comprarlo).
Qualora non doveste trovare questo testo esaustivo, potete comunque contattarmi per richieste personali di valutazioni, aiuti per la vendita o foto dei dettagli dell’originale.
Il primo numero di Topolino in Italia
Negli anni 30 il personaggio di Mickey Mouse era già lanciatissimo sia sulle strisce dei giornali USA che al cinema. Ma mentre le storie di Floyd Gottfredson contenevano intrecci più o meno complessi, con comprimari e antagonisti come il “Gatto Nip” o “il bel Gagà”, in Italia il topo gozzovigliava nel suo ruolo di macchietta fra le pagine del “Popolo di Roma” o de “L’illustrazione del Popolo”.
Sul finire del 1932 gli editori Giuseppe Nerbini e Mario Nerbini, rispettivamente padre e figlio, proprietari dell’omonima casa editrice toscana, si imbatterono nella proiezione di un cortometraggio di Mickey Mouse al cinema. Intuirono il potenziale del personaggio, e senza pensare troppo alle conseguenze decisero di dedicargli una testata a fumetti, ignorando forse che in America il King Features Syndicate pubblicava regolarmente le strisce Disney, che ragionevolmente erano coperte da diritti.
Ad ogni modo, il 31 dicembre 1932 uscì in edicola il primo numero della nuova testata “Topolino”.
I caratteri, in uso ancora oggi sul libretto che potete acquistare in edicola, li ideò e disegnò Giove Toppi, che curò anche le illustrazioni della prima storia in copertina (di cui non si conosce lo sceneggiatore). Non c’erano fumetti, ma soltanto didascalie, in rima, che di fatto descrivevano le marachelle di Topolino ai danni di un elefante.
Una sliding door nella storia del fumetto: La volta in cui Topolino stava per chiudere dopo appena un numero
Le uscite di Topolino in edicola hanno ormai superato il traguardo dei 3500 numeri, facendo del giornalino un campione di longevità editoriale. Fa quindi un certo effetto pensare che la sua gloriosa storia rischiò di concludersi dopo appena un numero.
Subito dopo l’uscita nazionale del numero uno, L’editore Nerbini venne convocato a Roma con la massima urgenza da Guglielmo Emanuel, l’agente italiano che tutelava i diritti dell’azienda Disney. I Nerbini erano accusati di aver sfruttato l’immagine del personaggio senza detenerne il copyright e fu loro intimato di interrompere immediatamente la pubblicazione del giornale.
Anni dopo, in un’intervista, Mario Nerbini dichiarò di non aver agito in cattiva fede, e di aver richiesto il consenso allo sfruttamento dell’immagine del personaggio al consorzio cinematografico E.I.A, che lui reputava legittimo custode dei diritti.
Va dato atto a Mario e Giuseppe che dopo essere venuti a conoscenza del disguido burocratico rimediarono scucendo alla Disney quanto richiesto, salvando la neonata testata e garantendole un futuro prospero e fulgido.
Topolino giornale numero uno del 1932: quali caratteristiche deve avere l’originale?
Osserviamo quindi da vicino il decano del fumetto Disney in Italia.
L’originale del 1932, in foto, ha delle caratteristiche che lo distinguono dalle successive ristampe.
Le ristampe più comuni in circolazione sono le Pichierri – Nerbini (tante, anche diverse), quella Banca Toscana (1994) e la Vecchi ricordi (anni 70).
– Nell’originale potete notare che i calzoncini di Topolino sul logo sono di colore grigio / azzurro con bottoni bianchi. Nelle anastatiche Pichierri o Banca Toscana i calzoncini sono talvolta bianchi con bottoni bianchi o blu con bottoni blu.
– La differenza rispetto all’anastatica Vecchi Ricordi è l’intensità del tono dei colori, riscontrabile particolarmente sui calzoncini di Mickey Mouse. Nell’originale hanno tinta grigio / azzurrina slavata mentre nella Vecchi Ricordi è un blu molto scuro.
– Nel 2012 è stata riprodotta una nuova anastatica per collezionisti che ha limato questo difetto, in compenso però le tonalità rosse tipiche dell’originale divergono più sul mogano, e il verde del prato è uniforme e denso. Inutile aggiungere che, essendo la carta più fresca di circa 80 anni rispetto l’originale, dovreste accorgervi senza troppe difficoltà di cosa avete fra le mani.
Qual è il valore del Topolino giornale numero 1 del 1932?
Trattandosi di un pezzo che circola poco negli ambienti collezionistici, esso è anche soggetto a importanti oscillazioni di mercato. Le vendite degli ultimi anni ci indicano che è passato di mano in mano, tramite transazioni private, pubbliche o in asta, in un range di prezzo fra i 7500 e i 18000 euro.
Una forbice così ampia è conseguenza della qualità della carta degli esemplari ceduta ma anche del momento storico: più collezionisti facoltosi sono in quel periodo “a caccia” di una copia in ottime condizione, più il prezzo di essa lieviterà. Al contrario, riducendosi il numero dei collezionisti (alcuni hanno già comprato la loro copia, altri sono morti, altri ancora hanno semplicemente smesso), anche il valore reale dell’oggetto si sgonfierà.
Quale è il valore della ristampa?
Naturalmente molto più basso, in genere non supera i 30 euro.
Ho una copia del primo numero assoluto di Topolino giornale: dove la posso vendere?
Rispondere a questa domanda ci da modo di approfondire anche il precedente paragrafo sul valore.
Un fumetto così importante e costoso non è alla portata di tutti ed è un acquisto che probabilmente si fa una o due volte nella vita. Per tale motivo i collezionisti preferiscono comprarlo da un venditore affidabile, dal vivo o in fiera, e non su siti come Subito.it, Vinted o gruppi social pubblicato da un privato. Con tutto il rispetto per questi siti che funzionano egregiamente, non sono portali specializzati in fumetti e il vero collezionista non lo acquisterebbe da un estraneo a prezzo pieno.
Il mio consiglio pertanto è quello di rivolgervi a una casa d’asta specializzata in fumetti o contattare un dealer.