Pinocchio furga giocattoli più spaventosi

Dieci giocattoli spaventosi e orrendi che oggi valgono una fortuna

3 Agosto 2024

Bambole inquietanti, giocattoli pericolosi, i 10 giochi “proibiti” che oggi hanno acquisito valore fra i collezionisti

“Al motto di “So bad so good” oppure “gli ultimi saranno i primi”, ci immergiamo in questo tunnel degli orrori di giocattoli più spaventosi, inquietanti, esteticamente inadeguati, pericolosi, che durante l’infanzia hanno terrorizzato le nostre menti innocenti, innescando turbe e disagi vari e in molti casi causando anche danni fisici seri. La particolarità dei toys maledetti che ho deciso di inserire nella mia lista è che col tempo, fra i collezionisti, sono stati rivalutati e oggi valgono una fortuna.
I motivi possono essere due:
– Erano giocattoli pericolosi, quindi bannati dal mercato e oggi ormai rari.
– Nel collezionismo c’è una regola non scritta:”più è brutto più vale”.
P.S. la lista non è in ordine di bruttezza, pericolosità e nemmeno di valore economico attuale. Li ho scritti così come venivano, con l’effetto sorpresa forse fanno ancora più paura.

Bambola Cabbage Patch Kids Snack Time, la bambola cannibale

bambola cabbage patch snack time
Le famosissime bambole Cabbage Patch, negli anni 80 e 90 tutte le bambine le conoscevano e molte le desideravano.
Nel Natale del 1996 Mattel lanciò sul mercato questo modello iper-realistico di Cabbage: ingurgitava la sua pappa di plastica dalla bocca e poi la depositava dietro la schiena. Anatomicamente quindi era un po’ buggata, ma fosse solo questo, Il vero problema è che il meccanismo non era in grado di discernere fra il cibo di plastica e la carne umana, a discapito delle falangi delle bambine. La bambola inoltre ingurgitava capelli e qualsiasi cosa si avvicinasse alla sua bocca, era un Blob praticamente. Appena un anno e tante dita amputate dopo, la Mattel la ritirò dal mercato fra le proteste dei consumatori.

Little Miss No Name, la Barbie posseduta

L’idea di realizzare una bambola orfanella “più sfortunata” che si contrapponesse alla Barbie di per sé avrebbe potuto funzionare. Poteva suscitare tenerezza nelle bambine che così l’avrebbero adottata /comprata dandole un nome.
Peccato che somigliasse a uno zombie. L’aspetto della bambola è un po’creepy e la pupilla gigante che avrebbe dovuto sortire effetto gatto con gli stivali di Schreck è venuto male. Questo è lo spot pubblicitario:

la musichetta triste e malinconica forse fa affiorare qualche recondito sentimento materno, ma per convincerci ad adottare un demone serve di più. La bambola non ebbe particolare successo, ma oggi è molto rara e ricercata soprattutto fra le collezioniste di dolls americane.

Bambola Luciana si fa bella (quanto meno ci prova)

luciana si fa bella migliorati
Truccare una bambola è un gioco divertente, alle bambine è sempre piaciuto cimentarsi nel make up e se possono farlo su una cavia in vinile piuttosto che su un altro essere umano, sono contenti anche i genitori. Questa bambola però non ebbe successo, in quanto la particolarità di Luciana è che aveva soltanto la testa. Una testa di dimensioni del tutto compatibili con quella di una bambina piccola. Quindi le bambine spacchettavano il loro regalo di compleanno e invece di trovare una bambola trovavano una testa decapitata, per di più con l’occhio torvo e lievemente guercio. Per aggiungere del gore, il biondo testone sbucava fuori da un lavandino, oppure il suo corpo era fatto di lavandino e io non ho mai capito niente, fatto sta che faceva impressione. Aveva anche degli accessori in dotazione, come pettini e bigodini. Nonostante tale delicatezza, questo set più che rievocare le atmosfere di un negozio da estetista richiama quelle del laboratorio del dottor Frankenstein.

Skinny Bones, il bambolotto scheletrico e la sua famiglia

skinny bones
Negli anni 70 a qualcuno parve una buona idea produrre un bambolotto scheletrico dal ghigno malefico e un grosso testone. Siccome quelli della Marx Toys – sono stati loro a produrlo – erano i classici tipi che curavano bene i dettagli, pensarono “facciamone anche altri modelli, prima che la concorrenza ci freghi l’intuizione.” E misero sul mercato anche i parenti e gli animali da compagnia del ragazzo, con la stessa genetica: corpo scheletrico e testa grossa. Alla fine l’idea non gliel’hanno rubata.

Magiche ballerine volanti


Questi giocattoli vennero prodotti negli anni 90 per cavalcare l’onda di entusiasmo intorno al cartone animato. Rispetto ad altri giocattoli qui menzionati non sono certamente terrificanti, anzi sembrano perfino graziose, richiamano alla mente le lucciole, Trilly. Chi è che ha paura di Campanellino, nessuno ovviamente. Eppure, furono bannate negli Stati Uniti perché ritenute troppo pericolose. Il motivo? Il meccanismo che le faceva scattare e prendere il volo. Sembra che più di qualche bambino abbia rischiato di rimetterci un occhio a causa delle pale rotanti. Così la Galoob, ditta produttrice (in Italia distribuite da Gig), è stata costretta a interrompere la produzione. In un secondo momento sono state rimesse commercio, con adeguato aggiornamento degli standard di sicurezza, ma ebbero scarso successo..

Il Furby GIG

Furby gig tiger
Sul finire degli anni 90 impazza la moda dei giochi elettronici. Il Furby Gig Tiger aveva alcune interessanti caratteristiche, perché oltre a essere elettronico, cioè che emetteva versi bizzarri muovendo gli occhi e la bocca/becco, a modo suo era pure caruccio. Era paffuto e peloso, un incrocio fra un Gremlins e un coniglio. A qualcuno magari faceva orrore pure fermo e muto, ma tantissimi altri lo ritenevano coccoloso e tenero; diciamo che andava a gusti.
Comunque sia aveva un grosso limite: non c’era il tasto on/off e non si poteva spegnere.
E quindi, a qualsiasi ora, pure di notte, iniziava a parlare e emettere strani versi. In questo video potete ammirare un Furby intento a maledire il suo proprietario:

Quindi appena uno non ce la faceva più, lo spaccava a martellate o lo lanciava giù dal balcone. Ecco perché oggi è raro trovare un Furby funzionante (raro ma non impossibile: c’era chi manteneva il sangue freddo e durante il combattimento riusciva a sfilargli le batterie, il cui sportello però era avvitato).

Baby Laughs a Lot Remco: la bambola che ride

Nel 1971, Remco azienda americana leader nel settore dei giocattoli mette in commercio una bambola che ride. Simpatica? Per niente, perché In questa operazione tutto appare così grottesco che sembra fatto male apposta. A partire dallo spot pubblicitario, in cui compare questa bambola sulla sedia a dondolo che ride come un demonio. Poi c’è una bambina, ride sguaiata pure lei e gira la testa di 360 gradi come Regan dell’esorcista. Dulcis in fundo si palesa un narratore il cui tono di voce ricorda quello dello Zio Tibia.
Fate prima a guardarlo per rendervi conto:

Ma non è finita qui:
Appena la batteria della “dollina” iniziava a scaricarsi ascoltate cosa succedeva:

Da scappare di casa urlando, pensate però che begli scherzoni che si potevano fare.
La Remco era un’azienda di successo, aveva già prodotto giocattoli di Star Trek e di Batman, mi sembra assurdo che nessuno dei dirigenti/dipendenti abbia notato che c’era qualcosa di strano in questo giocattolo. Fatto sta che le vendite furono un fiasco e Remco fallì. Venne acquisita a distanza di qualche anno ma laughs a lot non fu più ridistribuita.

Megator, Masters of the universe

Masters gigante Megator vintage
Il franchising dei MOTU durò fino ai primi anni del 90. Poi inspiegabilmente tutto l’interesse dei più piccoli si riversò su altri giochi. Alla Mattel provarono a chiedersi come mai e cercarono di trovare un modo per risollevare le sorti della linea. Sapete come funziona, quando un’idea che è sempre andata alla grande improvvisamente inizia a non andare più, le provi un po’ tutte. In mezzo “al tutto” c’è finito il progetto di questo omaccione verde, Megator (e del suo compare Tytus) che però, come potete vedere, è molto diverso dai solito Masters. Fu il colpo fatale, la produzione fu limitatissima, il giocattolo era molto brutto e non piacque. Quei pochi bambini che erano ancora incerti se continuare a comprare pupazzetti o Super Mario, salirono sul carro dei vincitori contribuendo all’affermazione delle console casalinghe e ricacciando su Eternia i dominatori dell’Universo. Megator (e il suo compare Tytus) sono però molto rari perché furono prodotti solamente in pochi esemplari in pochi paesi. E anche quei pochi esemplari, i bambini non facevano a pugni fra loro per averli.

Pinocchio Furga

Furga in Italia è sinonimo di bambola e di balocco, le varie Susanna, Simona etc hanno arricchito l’infanzia di tantissimi pargoli e la maturità di altrettanti adulti.
E poi c’era questo.
Pinocchio furga
Da un punto di vista artistico è bellissimo, come può essere bellissima la Nike di Samotracia. Però nessuno (quasi) regalerebbe la Nike di Samotracia a suo figlio. Negli anni 20 invece era considerato un ottimo surrogato dell’orsetto di pezza, pensato per fare compagnia al bimbo mentre dormiva.
Lo chiamano “il Re dei balocchi”. Si tratta di un Pinocchio molto ambito, un pezzo che non può mancare nella vostra collezione. Il problema è che lui pensa lo stesso della vostra anima.

Boba Fett con lanciamissili. Kenner, Star Wars

Boba fett missile launcher
Non so se è il giocattolo più costoso in assoluto del periodo anni 70/80/90. Sicuramente lo è per la linea Guerre stellari Kenner, in quanto è stato venduto a circa 500.000 mila dollari in una recente asta su Heritage. Motivo? Praticamente non arrivò neanche a essere messo in commercio: la Kenner lo creò, lo pubblicizzò ma poi fu costretta a ritirarlo.
Questa action figure era equipaggiata con un piccolo missile rosso che veniva sparato in aria. In quegli anni anche un altro giocattolo, il Viper Battlestar Galactica Mattel, era dotato di questa funzione per favorire una maggiore interattività. Purtroppo si verificò una tragedia e un bimbo di quattro anni perse la vita ingoiando il razzo del Battlestar. Per evitare qualche altra disgrazia quindi non se ne fece più nulla e l’action figure rimase soltanto come prototipo nei laboratori Kenner.
Alcuni dei dipendenti portarono a casa propria tali prototipi che oggi sono pertanto rarissimi. E li vendono. Una discreta buona uscita.

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