Nel corso degli anni, il mercato dei giocattoli ha subito numerose evoluzioni.
Dalle semplici bambole di legno e trenini ai moderni robot telecomandati, l’innovazione non si è mai fermata.
Uno dei prodotti che ha colpito l’immaginazione dei bambini negli anni ’90 e ne ha segnato i tempi era una linea di giocattoli conosciuta come “Mighty Max”, creata dall’azienda inglese Bluebird Toys.
E cosa rendeva così speciale questa linea di giocattoli?
Era il formato “mini”, gusci che contenevano mondi interi al loro interno ma dalle dimensioni compatte, tascabili e da palmo della mano.
Le origini di Mighty Max
Dopo il successo di “Polly Pocket”, una serie di mini-case di bambola che si chiudevano in gusci compatti, Bluebird decise di creare un equivalente per i ragazzi.
Da qui nacque il marchio di Mighty Max che invece di ricorrere a scenari idilliaci e colorati, apre le porte a mondi pieni di mostri terrificanti, teschi e orrori inimmaginabili.
Lontano dall’estetica innocente di Polly Pocket, ma seguendo la stessa formula vincente di gioco auto-contenuto con miniature, Mighty Max divenne un successo istantaneo nel 1992.
La storia di Mighty Max
Nella prima serie di gusci uscita sul mercato era stampata sul retro della confezione una storia che potesse dare un contesto alle varie avventure del ragazzino alle prese con i vari mostri e pericoli.
Nel testo era scritto che Max aveva ricevuto un cappellino da baseball da suo padre e una volta indossato, l’intero mondo cambiava attorno al giovane proiettandolo in mondi pericolosi e allucinanti, popolati da creature il cui unico scopo era quello di imprigionarlo per sempre.
Con il nuovo lancio, in collaborazione con il distributore Mattel per il mercato mondiale, venne prodotta una serie d’animazione chiamata Le Avventure di Mighty Max che cambiò la storia dei gusci, lo status del personaggio e introdusse comprimari e avversari.
Mentre prima Max era un ragazzino sui 10 anni, nella nuova serie diventa un quindicenne, con un cappellino da baseball che mostra il simbolo della M sul fronte.
L’aspetto di Max venne modificato leggermente per essere meno “british” e più Bart Simpson, raggiungendo quindi quella fetta di ragazzini americani della classe media.
Vennero affiancati, anche nei playset dei comprimari: un guerriero vichingo immortale di nome Norman e l’ultimo discendente dei lemuriani, una specie di sapienti e studiosi dal nome di Virgil.
Rispettivamente la guardia del corpo di Max e il suo mentore e consigliere.
La serie animata permise poi l’introduzione di un antagonista principale chiamato Skullmaster (da noi adattato in Cavaliere del Teschio Maledetto) che ridefinisce anche il design di uno degli avversari di Mighty Max nel primo Playset uscito chiamato Skull Mountain.
I Gusci di Mighty Max: porte verso l’avventura
I gusci di MM erano più che semplici giocattoli.
Erano piccoli mondi di gioco, ognuno con una storia unica da raccontare.
Al loro interno si potevano trovare intricati paesaggi, creature e personaggi, tutti dettagliati con un livello di cura sorprendente nonostante la loro piccola dimensione.
Questi gusci erano disponibili in tre diverse dimensioni: Horror Heads, Doom Zones e i set più grandi comunemente definiti Playset.
Erano poi stati prodotti sette action figures che ricalcavano i modelli dei nemici di queste prime Doom Zones e Horror Heads.
Ogni guscio era un teatro per avventure uniche.
Per esempio, il playset “Skull Mountain” già citato, non era semplicemente una montagna a forma di teschio, ma la dimora di un potente stregone (successivamente diventato Skullmaster) che Max doveva sconfiggere.
Questo forte senso di narrativa, combinato con la serie animata, creava un universo condiviso che coinvolgeva i giocatori a un livello molto più profondo.
L’Espansione dell’Universo di Mighty Max
Il successo ottenuto ha portato alla creazione di nuove linee di giocattoli.
Tra queste, c’erano le Shrunken Heads, i più piccoli di tutti i set di Mighty Max, e i Monster Heads, strani set che non si aprivano come i tradizionali playset, ma piuttosto venivano forniti con una mini-figura di Max e un mostro che si sedeva “dentro” la testa.
Un’altra linea di giocattoli interessante era quella dei Battle Warriors.
Questi combinavano il concetto del tradizionale set con un’action figure.
Ciò ha portato alla creazione di mostri le cui parti del corpo si aprivano per rivelare Max, Norman, Virgil e/o mini-figure del cattivo, spesso con un accessorio.
Che valore hanno oggi i giocattoli vintage di Mighty Max?
Nonostante la breve vita della serie, terminata nel 1994 dopo due stagioni e 40 episodi, e l’uscita degli ultimi giocattoli nel 1996, il fascino di questi particolari gadget persiste ancora oggi.
I gusci di Mighty Max, soprattutto quelli ancora nella loro scatola originale, raggiungono prezzi molto rispettabili nel mercato del collezionismo di giocattoli vintage, a dimostrazione dell’apprezzamento duraturo per questa serie. Anche usati possono avere un loro mercato, a condizione che all’interno contengano ancora i piccoli personaggi (foto).
Il franchise non è stato mai ravvivato da alcun tentativo di Bluebird. Nel 1998 Mattel assorbì l’azienda chiudendo la sede in Inghilterra, ponendo fine alle avventure del ragazzino con il cappellino.
Fatto curioso è quello che nel 2020 portò alla distribuzione della lista definitiva dei prodotti di Mighty Max facendo scoprire ai molti appassionati, prodotti che non avevano nemmeno idea fossero usciti.
Tra questi citiamo il Wristwatches, un orologio da polso che riproponeva l’estetica della prima serie di Doom Zones (e uno scenario della terza serie), apribile e con all’interno un piccolo Max.
Ultimo ma non per importanza la linea Dread Heads, gusci con i capelli sintetici stile Troll che potevano aprire e chiudere le mascelle per catturare (o meglio per i bambini, trasportare) la figures.
Il Futuro della serie di giocattoli
Nel mondo moderno dei giocattoli, dominato da videogiochi, realtà virtuale e robotica, può sembrare che ci sia poco spazio per qualcosa di tanto semplice e nostalgico come questi piccoli gusci.
Tuttavia, con il ritorno del brand Polly Pocket sugli scaffali dei negozi (sebbene le dimensioni tascabili siano state rimpiazzate da bambole di 2-3 centimetri), non possiamo fare a meno di sperare che possa aprirsi una porta anche per nuove avventure di MM.
In un’epoca in cui l’interazione fisica viene spesso sacrificata in favore della tecnologia, i giocattoli dei vecchi anni 80 e 90 possono offrire una valida alternativa più stimolante e creativa.
Chissà, forse un giorno vedremo Max, Norman e Virgil tornare per affrontare nuove sfide, stuzzicando le menti delle nuove generazioni come hanno fatto con quelle dei ragazzi degli anni ’90.
I gusci di Mighty Max in conclusione, offrivano un’esperienza di gioco unica e avvincente, combinando narrazione, dettagli visivi impressionanti e illimitati mondi d’azione.
Questi giocattoli sono un ricordo prezioso per tanti di noi cresciuti negli anni ’90. Un simbolo di un’epoca in cui l’avventura poteva essere tenuta nel palmo di una mano.